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IL CINEAMATORE

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CINEMA POLACCO PER CHI NON E' INTERESSATO

Traccia per un Ted Talk sul Cinema Polacco

Questa è una traccia per un Ted Talk, pensato per raccontare a chi non conosce il Cinema Polacco (e magari non lo vuole nemmeno conoscere) qualcosa che renda l'idea di come è e come è cambiato, o non è cambiato, nel tempo. È un modo di sfatare certi miti.

 

Chi ha ideato questo Ted Talk non pretende di racchiudere davvero in questi venti minuti tutto il cinema di una nazione, e soprattutto non pretende di spiegare in modo accademico ed esaustivo questo cinema.

 

Al contrario ha il fine di comunicare ai "profani" di questa materia la sua propria personale idea del cinema polacco, idea che sarà sicuramente di parte, privilegerà certi autori o certe pellicole invece di altri a seconda dei propri gusti e delle proprie esperienze, a volte anche casuali, che lo hanno messo in contatto con certi film piuttosto che altri.

 

 

Kripstak e Petrektek

 

Quando un italiano pensa al cinema polacco pensa a: . Kripstak e quell'altro che nemmeno un polacco saprebbe pronunciare.

Ma io voglio raccontarvi un'altra storia. Come è, veramente, il cinema polacco? Ha davvero delle analogie con. questo?

Quello che so è che gli attori polacchi fanno spesso anche teatro, e il più delle volte sanno recitare molto bene. nel senso che hanno un modo di recitare realistico, a volte persino enfatico, non sono impassibili come quelli di certi cinema nordici, come quello finlandese ad esempio. Anche i registi fanno spesso teatro, sono quindi bravi con i simboli, e poi, sono bravi con la fotografia, spesso patinata, nitida e colorata. In molti casi i registi sono anche pittori e fanno inquadrature che sembrano dipinti.

Guardate questa.

 

Popiół i diament, A.Wajda 1958

 

Il cristo capovolto:

Parlando di simboli, vediamo qui un cristo capovolto in una chiesa bombardata, sembra addirittura una scenografia per un'opera lirica. È appena finita la seconda guerra mondiale, per l'esattezza siamo proprio nel giorno in cui è stata annunciata la fine della guerra. Subentra, in Polonia, il comunismo. che come sappiamo con la chiesa non andava molto d'accordo. Lei è una cameriera in un locale, lui un ragazzo che negli ultimi mesi ha combattuto nelle fogne di Varsavia durante l'insurrezione. Per questo porta gli occhiali da sole, non sopporta più la luce.

 

L'arrivo delle sedie per la festa:

Ecco un altro simbolo visivo chiarissimo: qui vediamo uscire dall'inquadratura i soldati ed entrare una fila di persone con le sedie sulla testa. Fine della guerra, inizia la festa. Anche se la guerra continua, diversa, interna a questo paese tormentato.

È un film di Wajda, forse il regista polacco più famoso che ha lavorato a partire dagli anni 50 fino a pochi anni fa ed è uno dei pochi che è riuscito a rimanere in Polonia facendo sempre film di valore nonostante la censura.

 

Deep End, J.Skolimowski 1970

 

Per fortuna non ho problemi di peso:

Questo regista invece emigra, è il mio regista preferito e si chiama Skolimowski, pittore di action painting, poeta, regista e. pugile. Emigra dopo i primi film ma non dimentica la Polonia. Ecco qui, infatti, delinearsi sullo sfondo rosso il camice bianco di questa bellissima attrice inglese. in modo da ritrarre senza fraintendimenti la bandiera polacca. Questi tocchi polacchi nel suo cinema sono molto frequenti. Guardate che colori, sembra girato negli anni '90 e non nel '70.

 

Bariera, J.Skolimowski 1966

 

Nella stazione dei tram:

Qui abbiamo ancora Skolimowski, siamo in piena Nouvelle Vogue con Bariera. Quando J.L.Godard vide questo film disse al regista. "io e te siamo i migliori registi al mondo". Ovviamente il bianco e nero è una scelta stilistica. Questa deliziosa attrice è sua moglie. La musica è del più famoso jazzista polacco, K.Komeda morto purtroppo a soli quarant'anni, autore della musica di quasi tutti i primi film di Polanski, incluso niente meno che. Rosemary's baby.

 

Ghost Writer, R.Polanski 2010

 

A proposito di Rosemary's baby, ecco Polanski, genio del thriller, questo è Ghost Writer. La furia degli elementi e del vento anticipa la catastrofe: un ministro inglese in una situazione intricatissima litiga al telefono mentre il giardiniere spazza le foglie al vento. simbolo, forse, dell'impotenza dell'uomo davanti a cose più grandi di lui. tema ripreso anche nella scena finale il cui il manoscritto contenente la biografia dello stesso ministro viene sparpagliato al vento.

 

Do widzenia do jutra, J.Morgenstern 1960

 

Gdzie jest Ulica Dluga? (Dov'è Via Dluga?)

Ecco un'inquadratura che sembra una cartolina, ecco qui questa Danzica bellissima e patinata, con un bianco e nero nitidissimo. Questo attore è detto il James Dean polacco, e incarna un ragazzo della Polonia comunista che si innamora a prima vista della figlia di un ambasciatore che le chiede indicazioni.

 

Zemsta kinooperatora, W.Starewicz 1912

 

La vendetta del marito tradito:

I registi polacchi sono anche bravi artigiani con gli effetti speciali, e con l'utilizzo della tecnologia nel cinema. Questo è il primo film in stop motion del 1912, girato con pupazzi molto realistici a forma di insetto. Un cameraman si vendica per il tradimento di sua moglie riprendendolo in diretta e proiettandolo davanti a tutto il pubblico di una sala cinematografica.

 

11 minut, J.Skolimowski 2015

 

La caduta dalla stanza d'albergo:

Effetti speciali di ieri e di oggi. Ecco qui, invece, una definitissima moviola. Il film sancisce il ritorno di Skoklimowski a Varsavia dopo un lungo esilio e ritrae gli ultimi 11 minuti di alcune persone che per puro caso si trovano al momento sbagliato nel posto sbagliato.

~

Studio Filmowe Tor

 

 

...Quando penso al cinema polacco, penso ai treni. Non a caso lo Studio Cinematografico TOR, che vuol dire binario, ha come logo questa pellicola che scorre come scorrono i binari.

 

Pociąg, J.Kawalerowicz 1959

 

Aggrappato ad un treno in corsa:

Questo film si chiama appunto "Treno". Di nuovo il nostro James Dean polacco che in questo caso cerca di riconquistare la sua ragazza, che sta in prima classe perché è riuscita a farsi ospitare da un piacente dottore. questa scena vista ora è piuttosto inquietante, perché l'attore nella vita reale giocava spesso a salire e scendere dai treni in corsa. E morirà proprio così a poco più di quarant'anni, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Wajda, regista con cui aveva fatto moltissimi film.

 

Wszystko na sprzedaż, A.Wajda 1968

 

L'8 e ½ di Wajda:

Wajda, dopo questo tragico evento, entra in crisi creativa e decide di girare un film che mi piace definire il suo 8 e ½. Un film che fa intravedere anche uno spiraglio di speranza, perché questo ragazzo biondo sarà il suo attore feticcio nei suoi film futuri. I cavalli in corsa rappresentano anche loro un simbolo forte nel cinema polacco.

 

Lotna, A.Wajda 1959

 

I cavalli in Lotna:

Ecco in quest'altro film sempre di Wajda un cavallo bianco chiuso in casa al capezzale di un vecchio morente. Questo film è la celebrazione di un mondo perduto, quello della vecchia Polonia dei cavalieri Ulani, a cui apparteneva il padre del regista, ucciso nella strage di Katyń. Vediamo qui proprio gli Ulani che combattono con le sciabole e i cavalli contro aerei e bombe. cosa che tra l'altro è successa veramente durante la seconda guerra mondiale.

Bariera, J.Skolimowski 1966

 

Il mondo perduto degli Ulani:

Qui viene citata questa stessa scena, in chiave diversa da Nouvelle Vogue. Con la spada da Ulano ereditata dal defunto padre uno studente combatte con un'automobile incellofanata.

Questo regista, il mio preferito, con cui incredibilmente sono anche riuscita a parlare in polacco, una volta, mette quasi in tutti i suoi film una bottiglia di latte. Il latte è un altro tema tanto tipico nel cinema polacco.

 

Krótki film o miłości (Dekalog VI), K. Kieślowski 1988

 

Il giovane lattaio:

Ecco qui un giovane lattaio che si innamora di una donna molto più grande di lui. Il regista è Kieślowski, che ci immaginiamo serio e moralista perché è quello che ha fatto la serie sui dieci comandamenti. In realtà questo episodio è molto morboso, e spesso nei suoi film ci sono scene di sesso anche piuttosto esplicite. La storia di questo ragazzo non può finire bene. Ovviamente questa bottiglia di latte la rivedremo più avanti rotta, e il latte versato, insieme a molte lacrime.

 

La Fidélité, A.Żuławski 2010

 

 

Sophie Marceau nello spogliatoio del campo da Hockey:

Parlando di "morboso", non possiamo dimenticare di citare il re del genere: Żuławski. Questa è Sophie Marceau, la bambina de "Il tempo delle mele", - che lui sposa quando lei non ha ancora 18 anni e lui 40. Questo film è basato su un romanzo dell'800, La principessa di Cleves, di Madame de La Fayette. Capita spesso che i film polacchi si basino su letteratura di spessore.

 

Femme Publique, A.Żuławski 1984

 

 

La camminata indimenticabile di Valerie Kaprisky:

Quest'altro film, sempre di Żuławski, ha molti riferimenti diretti a I Demoni di Dostoevskij. Questa attrice con questa inconfondibile camminata è Valerie Kaprisky, che interpreta una ragazza che ha un rapporto molto conflittuale con la madre e molto ambiguo con il padre: la vediamo qui che lo spia in questa scena davvero disturbante, mentre lui flirta con questa ragazza che sembra avere l'età di lei.

 

W imię..., M.Szumowska 2013

 

Il prete innamorato:

Per chiudere il filone dei registi che fanno film "morbosi", non possiamo citare un'altra giovane regista contemporanea alquanto controversa: M. Szumowska. Chissà, magari qualcuno ha visto "Elles", con Juliette Binoche, sulla prostituzione minorile. I suoi film ritraggono situazioni quasi sempre spinose, e il fatto che l'autrice non prenda una posizione definita nei riguardi di queste ultime rende il tutto ancora più controverso. Questo film parla dell'innamoramento tra un prete e un ragazzo più giovane e un po' problematico. Anche qui non mancano i simboli religiosi, l'ultimo fotogramma di questa clip ricorda un quadro del Mantegna e in qualche modo mette in relazione il protagonista, che si trova in una situazione che sta al limite tra l'amore e la pedofilia, con un Cristo deposto.

 

Matka Joanna od Aniołów, J.Kawalerowicz 1960

 

 

Le suore indemoniate:

La religione è tema amato dal cinema polacco, sebbene durante il comunismo il partito non lo digerisse molto come argomento. questo film è ambientato in un angosciante medio evo, basato anche lui su un'opera letteraria di spessore. Alcune suore in un convento sperduto nelle campagne vengono possedute dal diavolo, una possessione che sembra espandersi come un'epidemia. e un prete prova a fare un esorcismo, che non finisce bene.

 

W.Smarzowski

 

I film inguardabili di Smarzowski:

Quindi religione, chiesa, . in generale sono argomenti molto attuali nel cinema polacco, anche oggi. in alcuni casi anche collegato all'alcolismo. C'è un regista che si chiama Smarzowski e che ha girato un film che si intitola proprio "Clero", in cui, appunto, il clero non fa altro che ubriacarsi. a dire il vero questo regista fa film praticamente solo su persone che si ubriacano: preti ubriaconi, poliziotti ubriaconi, ubriaconi che fanno gli ubriaconi e basta. senza un'aperta denuncia sociale ma descrivendoli in modo goliardico e grottesco.

Di questi non vi faccio vedere nulla perché sono per lo più film inguardabili, nonostante il regista sia davvero un genio della regia. intendo proprio inguardabili perché ci sono scene nauseanti a vedersi. è un regista molto popolare adesso.

~

Baby Blues, K.Rosłaniec, 2012

 

Dall'alcolismo ai problemi adolescenziali. I registi polacchi non hanno in media una grande tendenza a denunciare problemi sociali come avviene ad esempio per registi come Ken Loach in Gran Bretagna oppure i fratelli Dardenne in Belgio. Tuttavia, negli ultimi anni, si è sviluppato un filone di film diretti da giovani registi sul disagio giovanile e adolescenziale: malessere esistenziale, prostituzione minorile, bambini nati da genitori troppo giovani e immaturi, ragazzini troppo giovani che si innamorano di donne troppo grandi.

 

Deep End, J.Skolimowski 1970

 

Anche in tempi più remoti si trattavano gli stessi temi; molti registi polacchi sono bravissimi a ritrarre l'infanzia e l'adolescenza, non tanto come momenti da rimpiangere, ma anche come fasi della vita in cui le emozioni, le paure e gli innamoramenti vengono vissute in modo intenso e assoluto. ogni gelosia, ogni amore vissuto in quel periodo, anche ogni trauma, lascia un segno indelebile nelle vite dei giovani protagonisti.

 

Weiser, W.Marczewski 2001

 

Questo film è del 2001, ma ambientato nel '57. Il vero protagonista di questo film, che dà anche il titolo al film,  è Weiser, un bambino diverso e misterioso agli occhi degli altri che non si vede quasi mai nel film. Alcuni gli attribuiscono anche dei poteri magici. in realtà il bambino è ebreo, lo si capisce dal nome: spesso in Polonia chi ha cognomi tedeschi è proprio perché ha discendenze ebree. Dopo un gioco pericoloso Weiser scompare misteriosamente e i suoi compagni di gioco proveranno grandi sensi di colpa per tutto il resto della loro vita. Il film è una chiara metafora della questione ebraica polacca, un tema quasi tabù ancora oggi, e non solo nel cinema.

 

Demon, M.Wrona 2015

 

Uno dei film su questo tema è Demon, su una festa di matrimonio finita male, in cui lo sposo viene posseduto da un Dybbuk. Cos'è il Dybbuk? È una sorta di spirito maligno che possiede le persone e le porta alla follia e alla morte. Questo spirito è tipico della cultura ebraica e si manifesta quando una promessa non viene mantenuta. Il matrimonio, non a caso, avviene nei boschi polacchi, terre intrise del sangue di molti ebrei. Il regista di questo film, tra l'altro, fu trovato morto misteriosamente nella sua stanza d'albergo la notte della presentazione del film ad un festival. Alla presentazione c'ero anche io e la cosa mi ha abbastanza colpita.

 

Dybbuk, Michał Waszyński 1937

 

Il Dybbuk è anche il titolo di un famoso film degli anni '30. Qui è la sposa ad essere posseduta, e si tratta di uno dei film in yiddish più famosi nel mondo in quegli anni, diretto da Michał Waszyński, il cui vero nome è Mosze Wachs.

 

Fino alla Seconda Guerra Mondiale il cinema in Polonia era quasi totalmente in mano agli ebrei, che erano tantissimi, avevano i mezzi finanziari e anche la cultura che permetteva loro di primeggiare nella "settima arte".

 

Dopo la guerra, di ebrei in Polonia quasi non ne rimasero, molti erano stati uccisi, altri fuggiti, quindi non esisteva neanche più, in Polonia, la competenza tecnica per farlo, il cinema. Dopo la guerra, quindi, il cinema è come se ricominciasse daccapo, inizialmente più che altro a scopi propagandistici. Quando poi muore Stalin nel '53, si ha un minimo di apertura e nasce la Scuola Polacca, una corrente nuova di grandissimo valore. Il cinema polacco in quegli anni è molto apprezzato, i film polacchi vincono ai festival di Venezia e di Cannes.

 

Questo vale anche per la corrente subito successiva, la Nouvelle Vogue, che nasce in un momento, però, in cui la censura chiude di nuovo le sue maglie. I registi più giovani, che appartengono a questa corrente, si trovano a dover emigrare dopo i primi film, per potersi esprimere liberamente, diventando famosi ma in altri paesi. Mi riferisco a Polanski, Żuławski o Skolimowski. L'esperienza dell'esilio non fu facile per nessuno di loro, e lasciò sicuramente un segno nella loro vita e nella loro arte. Skolimowski ad esempio, spesso aveva problemi a relazionarsi con le altre persone, pare che sul set di The Lightship prese a pugni il suo attore protagonista Klaus Maria Brandauer. Pare anche che fu di ispirazione ad un regista americano che decise di fare un film incentrato sulle difficoltà di un produttore a finanziare un film diretto da un regista polacco totalmente ingestibile. Ma di questo film non ho mai trovato tracce reali da nessuna parte.

 

In patria il cinema resta per la maggior parte dominato da commedie, spesso demenziali come le nostre di Lino Banfi. In questo contesto, però, nasce anche un cinema di indubbio spessore detto cinema dell'"Inquietudine morale", che vede tra i principali esponenti il Kieślowski del Decalogo e dei tre colori. Anche lui molto amato e conosciuto anche fuori dalla Polonia, è uno dei pochi registi che riescono a fare cinema di valore nonostante la censura. E poi, naturalmente, rimane Wajda che resta attivo in patria fino a pochi anni fa.

 

Caduto il muro di Berlino. il cinema polacco scompare dagli schermi internazionali.

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Katyń, A.Wajda 2007

 

Il ponte:

Ma il cinema polacco è poi così triste? Non so, dobbiamo comunque tenere conto del fatto che il popolo polacco non ha avuto vita facile. con i tedeschi da una parte. i russi dall'altra. ovvio che i film tristi ci sono. questo è un film sulla strage di Katyń del '43, dove morì il padre del regista Wajda insieme a tutta l'intelligentia polacca. Di questo fatto in Polonia si poté parlare solo dopo il '90, perché, essendo stata perpetrata dai sovietici, non era permesso parlarne, nemmeno piangere i propri morti.

 

Kebab i Horoskop, G.Jaroszuk 2014

 

E sì... anche adesso ci sono dei film tristi, come questo ad esempio, qui un ragazzo cerca di suicidarsi incollandosi la nuca al fondo della vasca da bagno con la Supercolla. e vediamo tra i protagonisti "il giapponese più triste del mondo". ovviamente è un film comico!

 

Zezowate szczęście, A.Munk 1960

 

Cavoli e bombe:

Perché i registi polacchi sanno anche divertirsi. anche quando parlano della guerra. persino sotto le bombe.

 

Wesele, A.Wajda1973

 

Grandi feste.

 

Popioły, A.Wajda 1965

 

 

Corse in slitta.... e grandi bevute...

 

Trzy kolory: Biały, K.Kieślowski 1994

 

C'è chi scivola sulla slitta. e chi preferisce farlo sul sedere.

 

Niewinni czarodzieje, A.Wajda 1960

 

Concerti jazz. questo omino piccolino con il contrabbasso è Polanski, guardatelo!

 

Do widzenia do jutra, J.Morgenstern 1960

 

Spettacoli d'avanguardia clandestini negli scantinati di Danzica. e poi. conquistare le ragazze ballando il Cha Cha Cha . questo è di nuovo Polanski che anche se ne dimostra 15 ha già più di trent'anni..

 

Piętro wyżej, L.Trystan 1937

 

La Mae West polacca:

E divertimento in travesti. non ci facciamo mancare niente. questo personaggio si autodefinisce la "Mae West polacca" . è chiaramente un uomo, e non un uomo qualunque, ma Eugeniusz Bodo, il più famoso attore degli anni '30, amato da tutte le donne del tempo. sta cantando: "Sex appeal, è la nostra arma femminile". "A qualcuno piace caldo" uscirà svariati anni dopo!

 

Deep End, J.Skolimowski 1970

 

Il venditore di hot dog:

E ora chiudo questo Ted Talk con una delle scene più belle della storia del cinema.