Dopo lo scoppio
della seconda guerra mondiale l'industria
cinematografica polacca subisce un fortissimo scossone. Molti cineasti
si
arruolano negli eserciti nazionali, molti, come Tadeusz Dołęga-Mostowicz,
Eugeniusz Bodo, Henryk
Szaro, Leon
Trystan e Juliusz
Gardan, vengono uccisi, messi nei
ghetti o nei campi di concentramento. Altri emigrano.
Vi sono alcuni
cineasti che si muovono da Est, ovvero
dall’Unione Sovietica, verso Ovest. Tra essi vi sono Konrad Tom e Michał Waszyński.
Quest’ultimo nel 1944 in Italia gira
il documentario Monte
Cassino in
occasione dell’omonima battaglia cui aveva partecipato con l’esercito
del Generale Anders.
E’ sempre suo
l’interessantissimo Wielka
Droga (trad. La grande strada), un film
di finzione che racconta i destini di una coppia di fidanzati divisi
dalla
guerra. Il film si svolge a partire dall’assedio di Lwów nel 1939, e,
così come
aveva fatto lo stesso regista, segue le tracce di Anders nei suoi
spostamenti
attraverso l’Unione Sovietica, l’Iran, l’Irak, la Palestina, l’Egitto e l’Italia.
Waszyński inserisce nella
finzione le riprese autentiche effettuate durante la battaglia di Monte
Cassino,
dove il suo protagonista viene ferito e rincontra finalmente la sua
amata.
Alcuni ex
componenti della STAR e della SAF, come ad esempio
Aleksander
Ford, iniziano a lavorare
nella troupe cinematografica dell’Armata Rossa ma successivamente
tornano in
Polonia per fondare la Czołówkę Filmową Wojska Polskiego che si occupa
appunto
di documentari, cui partecipa anche Jerzy
Bossak. In quest’occasione Ford gira insieme a Stanisław Wohl nel
1943 Przysięgamy ziemi
polskiej (trad. Giuriamo sulla terra
polacca), e con Jerzy
Bossak nel
1944 Majdanek –
cmentarzysko Europy (Majdanek
– cimitero dell’Europa).
Alcuni emigrano
dalla Polonia verso la Francia, come i coniugi Themerson,
e verso l’America, come Ordyński,
e altri in Inghilterra.
Chi rimane in
Polonia smette quasi del tutto di girare film
di finzione e inizia a fare reportage sugli sviluppi bellici. I film,
però,
presto iniziano ad essere requisiti dai tedeschi insieme a qualunque
genere di
attrezzatura per effettuare riprese.
L’obiettivo dei
tedeschi è di prendere in mano l’industria
cinematografica per utilizzarla a fini propagandistici: proiettano i
loro film
in tutti i cinema e anche nelle piazze, e sono talmente convincenti che
a c’è
il rischio che abbiano una reale presa sul pubblico. In alcuni cinema
si vieta
addirittura l’ingresso ai polacchi, e in altri i polacchi stessi
sparano i lacrimogeni durante gli spettacoli. Iniziano a verificarsi
azioni
simili a quella già accennata riguardo al film Nad
Niemnem di Wanda
Jakubowska, i
profitti dei biglietti vengono intascati dai tedeschi e destinati a
finanziare
le loro industrie di armi.
Ciò determina un
vero e proprio boicottaggio delle sale cinematografiche da
parte del pubblico polacco, che si diletta a inventare motti come Tylko świnie siedzą w kinie
(trad. Solo i maiali
vanno al cinema). Vi sono anche registi e attori che
invece collaborano
con i tedeschi, come ad esempio il già citato Igo Sym.
Si organizzano
corsi di cinema clandestini, si girano
documentari con attrezzatura rubata agli invasori. Solo con l’avvento
dell’insurrezione di Varsavia finalmente le varie organizzazioni
cinematografiche polacche possono uscire allo scoperto.
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