Come gią descritto in precedenza, gią dai primi mesi del
governo Gomułkiano, nel periodo anche detto della “Mała Stabilizacja”,
molte speranze vengono disilluse. All’inizio degli anni ’60 si arriva a mettere
in serie difficoltą la Scuola Polacca tramite la cosiddetta Uchwała Sekretariatu KC PZPR w sprawie
kinematografii (trad. Delibera della segreteria del Comitato Centrale della
Polonia Popolare per la cinematografia), che impone una cattiva
valutazione a tutti i film le cui tematiche affrontate non siano impegnate ad
agevolare la costruzione della Polonia socialista.
Il brano seguente, tratto da questa delibera, descrive
chiaramente la chiave di lettura che un regista avrebbe dovuto dare agli
avvenimenti del periodo bellico secondo la Komisjia
Ocen Filmów i Scenariuszy (trad. Commissione di valutazione di film e
sceneggiature), organo istituito gią ai tempi del CUK
e da cui dipendeva la sorte del film:
Bisogna trarre le tematiche dalla storia e dalle
esperienze della guerra e dell’occupazione, dalla lotta comune contro il
nazismo del soldato polacco e di quello sovietico o del partigiano nel periodo
della nascita del potere popolare, e dalla lotta della Polonia per riemergere
dalle devastazioni della guerra per la fusione delle terre occidentali con la
loro matrice.
Alcuni autori decidono di adattarsi il pił possibile ai dettami
dall’Uchwała producendo film di propaganda. Nascono cosģ alcune pellicole tese
ad esaltare l’esercito popolare polacco descrivendone i membri come personaggi
eroici. Un tipico esempio di questa seconda casistica č Cztery pancerni i pies (trad. Quattro carristi e un
cane), una serie televisiva che riscuote un enorme successo di pubblico
nonostante ripetuti falsi storici tendenziosamente studiati a fini
propagandistici.
In alcuni casi, gli autori trovano come unica via d’uscita orientarsi
verso argomenti come, ad esempio, la persecuzione degli ebrei. Da questa
tendenza emergono anche film di grande valore come il bellissimo corto Ambulans (trad. Ambulanza) di Janusz Morgenstern. Tuttavia, spesso, anche
questi tentativi scadono nella propaganda.
Alcuni registi, invece, tentano di barcamenarsi come possono
affrontando comunque i temi storici e cercando di farli digerire, spesso con
difficoltą, alla censura. In alcuni casi si tratta di veri e propri sviluppi
della Scuola Polacca che affrontano ancora il tema prediletto della guerra e
dell’insurrezione, magari con un approccio diverso dai “classici” della
formazione.
Č questo il caso di Wojciech
Jerzy Has con Szyfry (trad. Codici
cifrati) del 1966, di Tadeusz Konwicki
con Salto del 1965, di Stanisław Lenartowicz con Giuseppe w Warszawie (trad. Giuseppe a Varsavia)
del 1965, di Andrzej Wajda con Samson del 1961, dei coniugi Petelski con Naganiacz (trad. Il delatore) del 1963. A
questi possiamo aggiungere anche Potem nastąpi
cisza (trad. E dopo arriva il silenzio) del 1965 di Janusz Morgenstern.
L’approccio della Scuola Polacca e dei suoi sviluppi,
approccio che ha la sua maggiore espressione in Kanał
(Titolo italiano: I dannati di Varsavia), č ben riassuto da Rafał
Marszałek nel suo articolo Bezcielesny wróg
del 1997 sulla rivista Kwartalnik Filmowy:
Dai film che qui richiamiamo [i film di Munk, Wajda e
Kutz che fanno parte del periodo della Scuola Polacca], emerge prima un nemico
ben poco incisivo, e poi un nemico senza corpo. Per il nemico assoluto non v’č
spazio, dal momento che i film citati si chiudono nella questione interiore
della cultura. Scompare anche l’impulso all’odio. Wajda ricorda che, per lui e
per i suoi coetanei, il sentimento dominante e pił doloroso era diventato la
delusione, che proveniva dalle speranze perdute e dagli sforzi sprecati.
Al contrario, molti altri autori analizzati in questo capitolo
si discostano da questa visione concentrandosi, per ingraziarsi la censura, non
tanto sui propri martiri quanto sull’odio nei confronti dei nemici, affrontando
le stesse tematiche, ma da un punto di vista anti-tedesco e finendo per
produrre, anch’essi, pellicole di propaganda.
Come gią detto, non č facile dare alla formazione della
Scuola Polacca confini precisi, motivo per cui in questo capitolo vengono
affrontate opere che, volendo, potrebbero essere considerate come a tutti gli
effetti appartenenti ad essa.