Janusz Morgenstern nasce da una
famiglia ebrea nel 1922, in
un piccolo paesino di quella che ora č l’Ucraina. Nel ’44, dopo essersi
salvato
per miracolo dall’Olocausto, viene arruolato nella seconda armata
dell’Esercito
Polacco. Inizia a studiare a Breslavia, ma appena scoperta l’esistenza
della
scuola di cinema si Łodź vi si iscrive. Inizia a lavorare come secondo
regista
di Andrzej Wajda
in Lotna e I dannati
di Varsavia, ed č lui a suggerire al regista di ingaggiare
Cybulski per
la parte di Maciek in Cenere
e diamanti,
contribuendo a creare una delle scene pił celebri del cinema di quegli
anni, in
cui Andrzej e Maciek brindano alla memoria degli amici scomparsi.
Come regista ha in progetto di girare
alcuni film a tematica
bellica, tra cui Buty
(trad. Scarpe),
tratto dall’omonimo racconto di Jan Józef Szczepański, che purtroppo
non riesce
a portare a termine. Con rammarico affermerą che i problemi di censura
che ne
bloccarono l’uscita gli impedirono anche di girare una pellicola che
potesse
essere considerata appartenente alla Scuola Polacca:
Se
l’avessi realizzato,
[Buty] avrei potuto far parte della scuola polacca, che considero la
pił grande
di tutta la storia del nostro cinema. Dopo, ho fatto due grandi film
che
uscirono in ritardo rispetto a questa corrente – Godzina W e la serie
Kolumbowie. Furono per me due film molto
importanti.
I film di Morgenstern che trattano
della seconda guerra
mondiale, effettivamente, escono leggermente in ritardo per poter far
parte
della famosa formazione. Non bisogna tuttavia dimenticare che il suo Arrivederci domani
del 1960
diventa un film cult e ottiene grande successo anche all’estero.
Nel ’61, secondo soggetto e
sceneggiatura di Tadeusz
Łomnicki, gira Ambulans
(trad. Ambulanza), un corto piuttosto
interessante sull’olocausto, esperienza traumatica e mai dimenticata
della sua
vita
e che racconterą per la prima e ultima volta in questo film.
Il film successivo, dello stesso
anno, č una commedia dal
titolo Jutro premiera
(trad. Domani, la prima)
che affronta con ironia il mondo del teatro e le bizze degli artisti.
Il protagonista, interpretato da Gustaw Holubek,
si addormenta nel foyer di
un teatro e vive un lunghissimo sogno in cui crede di diventare un
regista
teatrale di successo. Quando si sveglia, si rende conto che in realtą
nulla č
cambiato nella sua vita. L’attore, che ha gią dato negli anni
precedenti la sua
impronta inconfondibile a vari film di Wojciech
Jerzy Has, con la sua aria trasognata č capace di dare al
film un’aura
surreale di sogno che anticipa in qualche modo i linguaggi che si
svilupperanno
nella successiva Nowa Fala.
Sempre appartenente al genere
commedia č Dwa żebra
Adama (trad. Le due zebre di Adamo)
del 1963, la storia dell’ingegnere Witek che torna dall’Italia in una
cittadina
della Polonia dove ha una moglie che l’aspetta. Poco dopo, compare
nella stessa
cittą una bella italiana che sostiene di essere anche lei moglie di
Witek.
Quest’ultimo decide di far vivere ambedue le mogli insieme a lui sotto
lo
stesso tetto: l’una l’ha sposata con matrimonio civile, l’altra con
matrimonio
religioso ed č impossibile capire chi č quella pił legittima. Alla fine
la
moglie italiana fugge con alcuni suoi connazionali, stufa di quella
cittadina
in cui tutti sanno tutto di tutti e di quella lingua che non riesce a
imparare.
Nel
1964 esce Życie raz
jeszcze (trad. La vita ancora una volta),
unico film sul tema dello
stalinismo girato in questi anni. Per la prima volta si vedono sul
grande
schermo gli interrogatori e le violenze nelle prigioni, anche se la
pellicola
esce solo dopo alcune revisioni mirate a rendere il messaggio un po’
meno
pessimista. Racconta le vicende di tre personaggi: Jakuszyn, Tadeusz
Łomnicki,
segretario del comitato distrettuale del partito socialista, Anna,
membro
dell’associazione della gioventł combattente e convinta sostenitrice
del
socialismo, e Piotr, ex pilota della RAF.
Piotr viene accusato di appartenere
all’NSZ, organizzazione
clandestina filo-tedesca, e Anna lo aiuta a liberarsi dalle calunnie
scontrandosi
con le contraddizioni del regime e perdendo progressivamente la fiducia
in
esso. Il film si sofferma in modo particolare sulla maturazione di
Anna, che
inizialmente crede ciecamente nei motti della propaganda ma diventa
successivamente una donna matura capace di fare delle scelte. Il film
finisce
bene per tutti i personaggi con la morte di Stalin, il disgelo e il
fidanzamento di Piotr e Anna.
L’anno dopo č la volta di Potem
nastąpi cisza (trad. E dopo arriva il silenzio), che
ritrae i conflitti
politici tra l’Armia Krajowa, l’esercito clandestino polacco, di cui
aveva
fatto parte il regista a partire dal ’44, e la cosiddetta “Gwardia
Ludowa”,
organizzazione militare del partito socialista. Nell’Armia Krajowa
militano
Olewicz e Kolski, tenente e sottotenente. Il primo č interpretato da un
giovanissimo Daniel Obrychski al secondo film. Tadeusz Łomnicki,
invece,
incarna il maggiore Świętowiec. Olewicz č accusato di abuso di potere,
Kolski,
invece, finisce in prigione per la sua passata militanza nell’Armia
Krajowa e
viene anche abbandonato al suo destino dalla fidanzata. I due militari
si
rincontrano dopo qualche tempo a Dresda, dove si trova anche il
maggiore Świętowiec,
mentre imperversano i combattimenti tra l’esercito tedesco e quello
russo-polacco. Qui Olewicz e Kolski perdono la vita combattendo fianco
a
fianco.
Nel 1967 č la volta di Jowita
che, come Arrivederci
domani, rientra nel
filone delle pellicole sui giovani degli anni ’60 e di cui si parlerą
pił diffusamente
nel capitolo successivo.
Nel 1968 va in onda la sua serie
televisiva Stawka
większa niż życie (trad. La posta č pił alta
della vita) di cui dirigerą nove puntate sulle 18
complessive. Il
regista delle restanti č Andrzej
Konic.
Il soggetto si ispira al film del 1962 Agente
007 - Licenza di uccidere. Nel primo episodio, ambientato
nel 1941, il
giovane polacco Stanisław Kolicki, fuggito da una prigione tedesca, si
reca in
Unione Sovietica per svelare alcune informazioni sul posizionamento
delle
truppe tedesche sul confine. Lą viene ingaggiato come spia in quanto
molto
somigliante all’ufficiale tedesco Hans Kloss,
appena arrestato. Addestrato, sostituisce quest’ultimo e inizia cosģ la
sua
vita da spia.
Prende parte ad alcuni incontri
tattici e riesce cosģ ad
ottenere informazioni preziose che comunica ai sovietici. Questi ultimi
ne
fanno buon uso, e i tedeschi cominciano a indagare sulla possibile fuga
di
informazioni. Uno dei sospettati č proprio il falso Kloss, del quale
sospetta
anche la fidanzata Marta. Gli episodi successivi raccontano ognuno una
missione
diversa del falso Kloss.
Per la serie si impiegano 3.000 metri
di pellicola e circa
700 attori, mentre le location si spostano tra Breslavia, Łodź,
Varsavia,
Danzica e Olsztyn. Molte delle parole d’ordine usate dall’agente Kloss
vengono
usate nel linguaggio comune o citate in diversi film. La serie fu
riemessa da
varie emittenti fino a tempi recenti e nel 2011 sono iniziati i lavori
di
restauro dell’opera per la sua trasmissione in HD.
Nel
’72 Janusz
Morgenstern gira Trzeba
zabić tę miłość (trad. Bisogna uccidere quest’amore),
secondo la
sceneggiatura di Janusz
Głowacki, sulle
difficoltą di una coppia a finire l’universitą, trovare un lavoro per
poter
iniziare una vita insieme: l’entrata nell’etą adulta dei due personaggi
si
scontra con la dura realtą che presuppone la perdita degli ideali e la
disillusione.
Dal ’78 č a capo dello studio
cinematografico Perspektywa.
Nel ’79 gira ancora un film sul periodo bellico dal titolo Godzina “W” (trad. L’ora “W”),
modo in cui
erano state battezzate le ore 17.00 di mercoledģ 1 agosto 1944, momento
storico
considerato come l’inizio dell’insurrezione di Varsavia. La
sceneggiatura č di Jerzy
Stefan Stawiński.
In quegli anni Morgenstern gira
anche, sempre su questi
temi, alcune serie TV: Kolumbowie
(trad. I
Colombo), sui soldati dell’Armia Krajowa, Polskie drogi (trad. Strade
Polacche),
sulla campagna di settembre e sull’invasione tedesca.
Lavora come produttore e regista fino
alla sua morte,
avvenuta nel 2011, girando ancora vari film tra cui, nell’80, Mniejsze niebo (Titolo italiano:
Cielo minore),
da un racconto di John Wain e Mniejsze
zło
(trad. Il male minore) nel 2000.