Dopo l’avvento del
sonoro il cinema comincia ad occuparsi in
modo sistematico di temi sociali. In questo ambito nel 1930 nasce la
START,
ovvero la Stowarzyszenie Miłośników Filmu Artystycznego (Associazione
Amanti
del Film Artistico), che rifiuta di produrre film legati a questioni di
mercato
in favore di film, appunto, socialmente utili. I membri della START
sono parte
dell’inteligencja polacca di sinistra e si solito si riuniscono a casa
di Eugeniusz Cękalski
per discutere dell’arte
cinematografica. Fra loro
ci sono Jerzy Toepliz,
Wanda
Jakubowska, Stanisław
Wohl e Jerzy
Zarzycki. Successivamente si
aggiunge alla compagnia anche Jerzy
Bossak.
L’obiettivo della START è innanzi tutto aprire una scuola di cinema, e
trovare
un pubblico che non si accontenti del cinema concepito a solo scopo di
intrattenimento.
Il padre di Stanisław Wohl
fino
a poco tempo prima sosteneva che avere un figlio che lavora nel cinema
era un
po’ come avere una figlia che lavora in una casa di appuntamenti.
Tuttavia dopo
aver seguito la carriera di Juliusz
Gardan,
anche lui appartenente ad una famiglia di estrazione sociale simile
alla sua,
cambia idea e regala al figlio una cinepresa professionale importata
dalla
Francia. Così la START può iniziare a lavorare, occupandosi in gran
parte
documentari e reportage, ma non solo. Da questa realtà nascerà un
“bambino prodigio” del cinema polacco prebellico, ovvero di Alexander
Ford.
Alexander Ford è
indubbiamente il principale esponente di questa tendenza. È un ebreo
nato a
Kiev che studia storia dell’arte a Varsavia. Dopo il 1932 gira alcuni
film in
Palestina sui coloni ebrei e gli viene offerto di occuparsi a tempo
pieno della
gestione del cinema ebraico nazionale, ma rifiuta perché non condivide
i
principi del nazionalismo ebraico.
Durante la seconda
guerra mondiale si arruola nell’Armata
Rossa e si occupa di fare documentari durante il conflitto. In
particolare il
suo Majdanek –
cmentarzysko Europy (Majdanek
– cimitero dell’Europa) del 1944 è il
primo documentario polacco del dopoguerra, in cui si intervistano i
superstiti
del campo pochissimo tempo dopo la chiusura dello stesso.
Dal 1945 al 1947 è
direttore della Film Polski,
dal
’48 al ’68 è insegnante e poi rettore alla famosa Scuola di Cinema di
Łódź e appartiene
al PZPR.
Pare
sia un arrivista e che a volte approfitti del suo ruolo, in particolare
quando
lavora alla Film Polski, per bloccare lo sviluppo di film e registi
che
potessero competere con lui
o
nuocere alla sua carriera.
Nel 1968 è
costretto a
emigrare a causa dell’ondata di
antisemitismo che si impadronisce della Polonia. Si trasferisce in
Israele,
poi in
Danimarca e infine in USA, dove si uccide lasciando un nastro
registrato di
addio a moglie e figli. Uno di essi, Aleksander, è anch’egli regista.
Il suo primo corto,
Nad
ranem
(trad. Di mattina) del 1929, è un film della START ante
litteram che
ritrae la vita notturna nella grande città, fondendo la poesia di una
notte
invernale con la volontà di mettere in evidenza i contrasti sociali.
Concilia
infatti l’arte del fare cinema con le tematiche del “socialmente utile”.
Dei suoi
documentari bisogna ricordare anche Droga
młodych, del 1936 in lingua yiddish, che
parla di un sanatorio per bambini evidenziando la solidarietà tra
polacchi e
ebrei instauratasi in quella realtà sociale.
Il suo primo film
di finzione è del 1930, Mascotte,
e il primo a renderlo un regista di
rilievo è Legion ulicy
(La legione della strada)
del 1932, storia di un ragazzo che deve guadagnare abbastanza da pagare
una
seria operazione per sua madre che è ammalata. A questo scopo si
arruola nella
“legione della strada”, ovvero un’organizzazione di bambini che
consegnano
giornali. Per raggiugere il suo obiettivo, però, deve avere una
bicicletta e
per ottenerla partecipa ad una gara organizzata nel quartiere e vince.
In questo film Aleksander
Ford ci regala un originale e innovativo ritratto degli
strilloni di Varsavia.
Mostra la vita reale della città e la fatica quotidiana dei suoi
abitanti meno
fortunati, scostandosi dalle tematiche allora di moda, generalmente più
frivole, e dimostrando una capacità narrativa al di sopra della media
del
periodo. Il film risulta alquanto audace anche per le riprese
effettuate quasi
tutte in esterno e per l’utilizzo di attori non professionisti.
Notevole una
scena da “cinema verità” che ritrae senza dialoghi due personaggi
mentre
si
abbracciano sulle scale di Stare Miasto, la Città Vecchia di Varsavia.
Nel 1935 la STAR chiude
e Wanda Jakubowska
fonda la SAF,
Spółdzielnia Autorów Filmowych (trad. Cooperativa Autori
Cinematografici).
Il primo film di Wanda
Jakubowska è Nad
Niemnem (trad. Sul
Niemen). È basato su un romanzo positivista di Eliza Orzeszkowa
che mostra uno spaccato della
società polacca del XIX secolo, facendo particolare riferimento alla
Rivolta di
Gennaio.
Il
romanzo è stato pubblicato a puntate in un settimanale illustrato, da
gennaio a
dicembre 1887. I nobili e i contadini cercano di adattarsi alla nuova
realtà post-rivolta e in
questo
contesto nasce una storia d'amore tra una ereditiera impoverita e un
nobile provinciale.
Inizialmente
l'autrice prevede di ridurre la trama esclusivamente
al loro matrimonio, che tra l’altro ha intenzione di riprendere
ispirandosi ad
un vero matrimonio cui aveva partecipato, ma col tempo lo sfondo
comincia ad
essere sempre più ricco. Nel 1886 svolge un ulteriore intenso lavoro
sulla
sceneggiatura per eliminare il più possibile dal romanzo gli elementi
epici al
fine di renderlo il più possibile vicino ai canoni del realismo.
Il film viene
terminato nel 1939, proiettato solo il giorno
della prima e mai distribuito a causa dello scoppio della guerra. Pare
che i
tedeschi avessero deciso di impossessarsi del film per rimontarlo al
fine di
farne un film di propaganda. La regista lo nasconde immediatamente, e
lo fa
talmente bene che il film non si è mai più ritrovato.
La SAF produce nel
1938 l’adattamento del romanzo di Maria Ukniewsk
che si intitola Strachy
(trad. Paure), per la regia di Eugeniusz Cękalski.
È un film drammatico che
tratta di un locale di showgirls. Il locale chiude, le ragazze dapprima
si
trasferiscono in provincia. Una di loro però, Linka, è incinta. Il suo
amante
si rifiuta di sposarla e tramite una delle ragazze, Teresa, la convince
ad
abortire.
Nel frattempo Teresa torna a Varsavia e insieme al suo
fidanzato
cantante diventa famosa. Purtroppo però Linka si uccide dopo aver perso
l’ultima speranza di farsi sposare. Teresa, rosa dai sensi di colpa,
tenta
anche lei il suicidio ma viene salvata in extremis dal fidanzato.
Nel 1937 un
ingegnere polacco, Tadeusz
Jankowski, gira il primo film a
colori polacco: un documentario su pellicola Agfa che si intitola Wesele księżackie w Złakowie
Borowym (trad. Festa a Złaków
Borowy) e che ritrae danze popolari del distretto di
Łowicz.
|