Krzysztof Komeda,
il cui vero nome č Krzysztof Trzciński,
č uno dei pił importanti artisti della storia del jazz in Polonia e uno dei
padri fondatori del jazz europeo. Molti dei musicisti che hanno suonato con lui
affermano che la sua musica e la sua personalitą hanno avuto un enorme impatto
su di loro.
Nasce a Poznan il 27 aprile 1931 e inizia a suonare il
pianoforte all’etą di sette anni. Esce con pieni voti dal ginnasio e inizia a
studiare medicina, anche se il suo sogno č diventare un virtuoso del
pianoforte. La guerra, tuttavia, sconvolge i suoi piani e finisce per diventare
uno specialista in laringoiatria.
Chi lo spinge verso il jazz č Witold Kujawski, che si č laureato nel suo
stesso ginnasio ed č gią un noto contrabbassista. Lo porta a Cracovia negli
anni ’50, periodo che coincide con quello chiamato “Jazz w katakumbach” (trad.
Il jazz nelle catacombe) in cui questa musica poteva essere suonata soltanto
clandestinamente in feste private o nelle cantine. La prima jam session in
Polonia si tiene proprio in quell’anno a Cracovia a casa di Kujawski. Per un
dottore con una certa reputazione come Krzysztof Trzciński, č considerato
sconveniente suonare il jazz, musica tipica della decadenza occidentale. Ma il
nostro continua a coltivare questa sua passione con lo pseudonimo “Komeda”.
Debutta ufficialmente in occasione del primo festival Jazz a
Sopot nell’agosto del 1956, anno che segna, come gią detto nelle sezioni
precedenti, una certa apertura e un allentarsi della censura. Il sestetto di
Komeda diviene il primo in Polonia a suonare il jazz moderno, e le sue
successive performance al festival di Sopot aprono a tutti gli effetti la
strada al jazz polacco.
La sua musica concilia in sé la tradizione della musica
europea classica con i gruppi jazz americani pił conosciuti in quel periodo,
con leggere influenze provenienti dalla musica slava tradizionale, acquisendo
uno stile unico e personale. Pił volte allestisce spettacoli di “Jazz e Poesia”
in cui la sua musica accompagna poesie di diversi poeti polacchi tra cui Czesław Miłosz e Wisława Szymborska.
Il suo successo si allarga anche a Mosca, Parigi, in
Svizzera e in Scandinavia. Il suo debutto nel cinema avviene con il bellissimo
corto di Roman Polański nel 1958 Dwaj ludzi i szafa (in italiano: Due uomini e un
armadio). Da quel momento in poi si occuperą della musica in quasi tutti
i film di Polański, da Nóż w wodzie (in
italiano: Il coltello nell’acqua) del 1962 a Rosemary’s Baby nel 1968.
Nel 1960 scrive la musica per due bellissime pellicole: Do widzenia, do jutra (trad. Arrivederci domani)
di Janusz Morgenstern e Niewinni Czarodzieje (In italiano: Ingenui perversi)
di Andrzej Wajda. Questi due film rappresentano uno splendido ritratto della
gioventł di quegli anni e risultano veri e propri capolavori anche grazie alla
musica.
Un altro regista che, come Polański, si affida alla musica di Komeda per quasi
tutti i suoi film č Jerzy Skolimowski,
di cui si parlerą nelle successive sezioni. Il suo Bariera segna nel 1966 l’inizio del sodalizio,
e lo chiude Le Depart (in italiano: Il vergine)
del 1969. Sodalizio che sarebbe durato molto pił a lungo se Komeda non fosse
tragicamente morto in questo stesso anno.
Pare che si trovasse a Los Angeles con Marek Hłasko, suo grande amico e scrittore
della Czarna Seria di cui si č parlato precedentemente.
Erano passati pochi mesi dalla prima di Rosemary’s
baby. Durante una passeggiata Hłasko lo spinse scherzosamente, ma il
musicista si trovņ a cadere rovinosamente battendo la testa. Qualche giorno
dopo morģ in ospedale. Dopo meno di due mesi morģ anche lo stesso Marek Hłasko,
probabilmente suicida.
Sia Polański che Skolimowski affermano con convinzione che i
loro film di quel periodo non sarebbero stati gli stessi senza la musica di
Komeda, e che la sua scomparsa abbia lasciato un vuoto incolmabile per la
musica e il cinema. Ancora adesso la musica di Komeda viene spesso inserita nel
repertorio di molte jazz band e in Svezia esiste un gruppo pop-fusion che si
chiama proprio “Komeda”.
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