Al
termine di questa
analisi mi sentirei di affermare che lo sceneggiatore, questo
sceneggiatore, abbia una
grandissima importanza nella creazione del film.
Tuttavia,
pur trattandosi
di un ottimo autore e di un cinema “di sceneggiatura” , credo che anche
il
regista abbia un ruolo altrettanto fondamentale, soprattutto quando
quest’ultimo è brillante e geniale come Spike Jonze o Michel Gondry.
Questa
ipotesi si può
verificare analizzando Synecdoche, dove di fatto il regista è lo stesso
Kaufman. Le sue storie complesse e cerebrali sono espresse in modo
incredibilmente fluido e naturale nei film di Gondry e Jonze, mentre in
Synecdoche la storia sembra scappare di mano, sembra diventare sempre
più
iperbolica fino a che l’autore stesso ne sembra sopraffatto: ne perde
quasi il
controllo.
Forse
Kaufman è davvero
come i suoi personaggi: diviso, indeciso. Guardando il film sembra che
non sia
riuscito a decidersi bene su cosa tagliare, cosa lasciare… creando un
film discontinuo
e sfuggente.
E’
come se all’autore
mancasse un interlocutore che lo inquadra, lo imbriglia in una
struttura un po’
più razionale. Questo film dilaga troppo, si disperde, gli manca la
visione di
insieme nonostante l’idea di fondo non abbia nulla da invidiare a Eternal sunshine of the spotless
mind o Essere
John Malkovich.
Solitamente
chi dovrebbe
avere la visione d’insieme è proprio il regista e probabilmente Kaufman
è un
ottimo sceneggiatore ma non è abbastanza “regista”. Certo a sua difesa
bisogna
anche dire che sopperire alla mancanza di due registi così acuti e
interessanti
non sarebbe comunque stato facile.
In
ogni caso le storie di
Kaufman mantengono un alto livello in fatto di originalità e sono
sempre ricche
di spunti interessanti. Il suo stile resta sempre riconoscibile e
brillante e
le tematiche dell’autore sono dotate
di
un certo spessore. Tutto questo dà ai suoi film un tocco
inconfondibile.
Non
a caso i film
successivi dei due registi, come Il
paese delle
creature selvagge, Be
kind rewind
e Green Hornet,
seppur notevoli, hanno un
sapore e un’atmosfera molto diversi rispetto ai precedenti.
Forse
manca loro un po’
di quella capacità tipica di Kaufman di inventare storie e quel poco di
spessore in più che caratterizza il nostro.
Ecco,
forse abbiamo
trovato il vero valore aggiunto di Charlie Kaufman.
Sono
curiosa di vedere quale
sarà l’evoluzione di questo autore.
|