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CHARLIE KAUFMAN E LA MEMORIA

Una monografia su Charlie Kaufman

Cenni biografici

Charlie Kaufman nasce il 19 novembre del 1958 da una famiglia di religione ebraica che vive a Long Island. Inizia a entrare in contatto con il teatro e la televisione a metà degli anni 70 al liceo, in Connecticut, interpretando ruoli comici fra i quali il personaggio principale nella versione teatrale di Play it again, Sam. Frequenta il college alla New York University, dove conosce Paul Proch, con cui inizierà a lavorare scrivendo sceneggiature per Sit Com. Paul è tra l’altro autore del quadro appeso nel salotto di Joel di Eternal sunshine of the spotless mind, ora in vendita in rete  per 750 dollari.

 

Nel 1997 scrive A Scanner Darkly, ripreso dal romanzo di Philip K. Dick, l’autore di Bladerunners, e mai prodotto. Nel 2006 lo stesso romanzo viene adattato e diretto da Richard Linklater.

 

Nel periodo in cui una delle serie TV per cui lavora viene sospesa scrive la sceneggiatura di Essere John Malkovich come lavoro in più da allegare al suo curriculum. Dato che la storia ha come protagonista il già famosissimo attore John Malkovich, Kaufmann decide di sottoporre lo script a lui per primo e questi lo apprezza molto. Il film farà però fatica a trovare qualcuno disposto ad investire e Kaufman dovrà aspettare ancora un paio d’anni per vedere la sua storia prendere vita. I finanziamenti arriveranno infine dalla società di Michael Stipe, membro del gruppo dei R.E.M.

 

La sceneggiatura finisce in mano a Francis Ford Coppola che la fa leggere al fidanzato della figlia Sofia: il regista designato è dunque Spike Jonze, fino ad allora conosciuto per i suoi videoclip e le sue pubblicità. Il film esce nel 1999. Negli anni seguenti Kaufman sforna altre tre storie per il cinema molto ravvicinate nel tempo: nel 2001 esce Human nature diretto da Michel Gondry, nel 2002 Confessioni di una mente pericolosa diretto da George Clooney e ancora nel 2002 Adaptation – Ladro di orchidee di nuovo con Spike Jonze come regista. Ma il suo anno fortunato è il 2004, in cui esce Eternal sunshine of the spotless mind, con regista Michel Gondry, con cui vince l’oscar per la sceneggiatura.

 

A partire dall’anno successivo si occuperà dell’interessantissimo progetto The Theater of the new Ear, radiodramma inscenato a teatro, ideato dal compositore Carter Burwell e messo in scena prima dai fratelli Cohen e poi da Kaufman stesso.

 

Nel 2008 esce il primo film che lo vede impegnato anche nella regia: Synecdoche, New York.

Con Spike Jonze: Essere John Malkovich…

Il primo film scritto da Kaufman a finire sul grande schermo è una storia surreale, a tratti delirante, e contiene già quasi tutti gli elementi tipici della poetica dell’autore.

 

Il protagonista, Craig Schwartz, è un burattinaio. Non riuscendo ad avere molto successo con i suoi burattini trova un annuncio sul giornale e si reca alla Lester Corporation in cerca di lavoro.

 

Ci mette poco ad accorgersi che c’è qualcosa di strano in quegli uffici: prima di tutto, trovandosi essi al settimo piano e mezzo di un palazzo, per raggiungerli è necessario bloccare l’ascensore  e aprirne le porte con un piede di porco. I soffitti sono bassissimi, e tutti gli impiegati o stanno seduti o vanno in giro curvi per non sbattere la testa sul soffitto. Grazie alle sue mani straordinariamente agili Craig viene assunto per lavorare nell’archivio. Durante il suo primo giorno conosce Maxine di cui si innamora subito.

 

Spostando uno scaffale in cerca di un fascicolo trova una porticina e decide di entrarvi per capire dove porta l’angusto e buio corridoio che da essa si intravede. Mentre procede carponi la porticina si chiude di scatto e lui viene risucchiato da una specie di forte vento e si ritrova dentro il cervello dell’attore John Malkovich (interpretato da se stesso), dove per un po’ di tempo riesce a vedere attraverso i suoi occhi. Dopo pochi minuti viene nuovamente trascinato via da una forza misteriosa che lo fa precipitare al centro di uno svincolo autostradale.

 

Turbato racconta la sua esperienza a sua moglie Lotte la quale vuole assolutamente provare. Craig l’asseconda, ma quando va a prenderla allo svincolo lei è completamente sconvolta da quello che ha vissuto, soprattutto perché per la prima volta si ritrova nei panni di un uomo e si rende conto che è quello che ha sempre desiderato. Il suo obiettivo è quello di rifarlo subito e in quell’occasione anche lei conosce Maxine e se ne innamora.

 

Le due donne si piacciono e decidono di darsi un appuntamento: Maxine si farà invitare da Malkovich a casa sua proprio nel momento in cui Lotte sarà dentro di lui. E’ così che inizia la loro “relazione” attraverso il corpo dell’attore.

 

Nel frattempo Craig e Maxine iniziano a pubblicizzare il passaggio e a farsi pagare da chiunque voglia provare l’emozione di essere John Malkovich. La Lester Corporation, quindi, di notte inizia a popolarsi di strani individui che stanno ad aspettare in coda nei suoi bassi corridoi in cerca di qualche minuto di gloria.

 

Questi strani movimenti vengono presto scoperti anche dallo stesso John Malkovich, il quale decide di andare a vedere in incognito di cosa si tratta. Entra nel passaggio e paradossalmente si trova catapultato nel proprio subconscio che viene rappresentato come un ristorante elegante in cui tutti i presenti, camerieri, avventori, donne e bambini, hanno la sua faccia e dalle loro bocche esce solo la parola “Malkovich”.

 

Infuriato vuole far cessare tutto questo, ma non fa in tempo. Infatti Craig ha scoperto la relazione tra Lotte e Maxine e rinchiude Lotte nella gabbia del suo scimpanzé per entrare in Malkovich al posto suo durante l’appuntamento con Maxine. In quest’occasione si rende conto che, forse proprio in qualità di burattinaio, è in grado di far muovere e parlare l’attore a suo piacimento come fa con i suoi burattini. Inoltre riesce a decidere autonomamente quando entrare o uscire da Malkovich.

 

Questo dà una vera e propria svolta alla sua squallida vita, e persino Maxine si innamora di lui. Il sopravvento di Craig su Malkovich viene suggellato proprio nella camera da letto di Malkovich davanti agli occhi di lei, quando il burattinaio si cimenta nella “Danza della disperazione e disillusione” che era solito far compiere ai suoi burattini. Ora, infatti, è in grado di farla interpretare ad un burattino in carne ed ossa che per di più ha le sembianze del famosissimo attore.

 

I due decidono di trasferirsi insieme a casa di Malkovich e all’improvviso la carriera dell’attore cambia rotta: inizia a fare il burattinaio e diventa se possibile ancora più ricco e famoso.

 

La “Danza della disperazione e disillusione” viene nuovamente interpretata, ma questa volta da un burattino che assomiglia a un Malkovich a grandezza naturale, e ciò avviene davanti a un grande pubblico, con tanto di televisione, personalità importanti del mondo dello spettacolo e, soprattutto, seguita da una marea di applausi. Inutile dire che chi muove i fili è Craig dentro il corpo di Malkovich.

 

Lotte, abbandonata da Maxine e disperata, si rifugia dal dottor Lester, il capo della Lester Corporation. Questo distinto signore la accoglie volentieri e le propone di diventare membro di una setta che ha fondato: si tratta di un gruppo di anziani decisi ad entrare tutti insieme in Malkovich per restarci fino alla morte del suo corpo, al fine di creare una sorta di superuomo con competenze in ogni campo.

 

Nel frattempo Craig/Malkovich ha abbandonato il suo aspetto raffinato ed elegante in favore di un aspetto trascurato molto simile a quello che aveva il vecchio Craig, e Maxine è rimasta incinta ed è ormai annoiata dalla vita con lui.

 

Per ricattare Craig e farlo uscire dal corpo dell’ormai popolarissimo burattinaio Lotte e il dottor Lester la rapiscono. Ma la prigioniera tenta di fuggire nel famoso passaggio segreto alla Lester Corporation inseguita da Lotte, e le due si trovano coinvolte in una delirante corsa dentro l’inconscio di Malkovich.

 

Maxine convince però Lotte a non farle del male dicendole che la bambina che porta in grembo è stata concepita mentre Malkovich era posseduto da lei, ed è quindi in un certo senso figlia sua. Aggiunge inoltre di provare nostalgia per lei e le due donne finiscono per andare a vivere insieme con la bambina come una famiglia.

 

Gli anziani amici di Lester si impossessano definitivamente di Malkovich, che diventa di nuovo molto distinto e pettinato come Lester, mentre a Craig rimane un solo modo per non separarsi mai più da Maxine: entrare nel corpo della sua figlioletta, Emily. Quest’ultima viene inquadrata, alla fine del film, all’età di circa nove o dieci anni: grazie a un’interessante azione di casting l’attrice assomiglia senza dubbio a Cameron Diaz, che interpreta Lotte, e, in modo alquanto inquietante, fissa la madre, Maxine, con aria sognante più simile a quella di un’innamorata che a quella di una figlia.

La scelta dell’enigmatico attore statunitense come personaggio principale della storia, a detta di Charlie Kaufman, è dovuta all’indubbia bravura dell’attore ma anche a quanto suona buffo il suo nome, soprattutto se ripetuto tante volte.

 

Nel 2001 il film viene candidato all’Oscar proprio per la sceneggiatura, ma viene battuto da American Beauty.


 

Adaptation, Il ladro di orchidee

Un paio d’anni dopo Essere John Malkovich al Nostro viene commissionato l’adattamento del libro di Susan Orlean Il ladro di orchidee. Questo film, a dire dello stesso autore, è molto autobiografico e narra infatti le disavventure dello sceneggiatore Charlie Kaufman cui viene dato l’incarico di adattare per il cinema il libro di Susan Orlean Il ladro di orchidee.

 

Charlie è quasi calvo, timidissimo, sovrappeso e sempre a disagio e come se non bastasse è in crisi creativa e in ritardo con la consegna. Il suo obiettivo è quello di scrivere un film non Hollywoodiano: la storia deve essere perciò priva di episodi legati alla droga, priva di scene con sparatorie e priva di inseguimenti in auto. Ma tutto ciò è molto difficile, e soprattutto non coincide per nulla con quanto si aspettano da lui coloro che l’hanno ingaggiato.

 

In ogni scena che segue l’incontro di Charlie con una qualunque donna, quest’ultima si trova a letto insieme a lui e gli dice che è un amante meraviglioso e che nel suo lavoro è un genio. Ovviamente tutto ciò è solo un parto della sua fantasia, poiché in realtà il suo rapporto con l’altro sesso è a dir poco disastroso: la produttrice del film per cui sta lavorando, Valerie, è una donna davvero affascinante e energica, e Charlie davanti a lei non fa altro che farfugliare, annuire e sudare. Susan Orlean, l’autrice del libro, è una donna di grande successo e Charlie con lei non ha nemmeno il coraggio di parlare. Solo Amelia sembra attratta da lui, ma è troppo timido e preso dal panico per il suo lavoro e finisce per perdere l’occasione.

 

A casa di Charlie vive da poco suo fratello gemello Donald, che è fisicamente identico a lui, ma ama la vita mondana, è divertente, sempre a suo agio e ha un gran successo con le donne. Quest’ultimo decide di punto in bianco di seguire le orme del fratello diventando uno sceneggiatore e a questo fine partecipa a un seminario sulla scrittura creativa tenuto da Robert McKee.

 

Questo corso ha l’obiettivo di insegnare a scrivere storie tendenzialmente avventurose, piene di omicidi, misteri, inseguimenti, e perfette per film d’azione destinati ad avere grande successo. Al suo ritorno Donald è talmente entusiasta dell’esperienza che Charlie, ormai sull’orlo dell’esaurimento, valuta la possibilità di partecipare anche lui allo stesso seminario.

 

McKee è una persona reale, ex studente del prestigiosissimo programma Fulbright e istruttore di scrittura creativa. Il suo libro Story: Substance, Structure, Style and the Principles of Screenwriting è la bibbia degli sceneggiatori, e lui è un grande sostenitore del fatto che chi fa davvero il film non è il regista ma lo sceneggiatore. Nel film viene interpretato da Brian Cox e pare che questa scelta sia stata dello stesso McKee, interpellato nella realtà dal vero Kaufman, forse proprio al fine di avere qualche dritta sul film.

 

Nemmeno questo, però, basta a risolvere la sua crisi creativa. Preso dalla disperazione decide di farsi aiutare proprio da Donald che oramai ha imboccato la strada più diretta e sicura per il successo. I due si mettono sulle tracce dell’autrice del libro e iniziano a pedinarla finché scoprono una tresca tra lei e Johnny Laroche, il protagonista del libro nonché, appunto, ladro di orchidee.

 

I due fratelli, che non sono mai andati d’accordo, diventano sempre più affiatati e sono sempre più coinvolti nelle ricerche relative alla Orlean: scoprono così che le orchidee vengono usate da Laroche per preparare una droga speciale per Susan, che la fa sentire viva e felice.

 

Purtroppo Susan sorprende Charlie nell’atto di spiarli e si rende conto che il fatto che sia venuto a conoscenza di tutto ciò che riguarda la droga e la sua tresca potrebbe essere un pericolo per lei. Non volendo danneggiare la propria carriera e la propria vita privata, vede l’omicidio come unica soluzione per insabbiare tutto quanto: chiede quindi a Laroche di far fuori l’intruso.

 

I due fratelli passano la notte in una palude per sfuggire al fucile di Laroche, e per la prima volta hanno modo di parlare per davvero. Charlie approfitta così per chiedere a Donald come facesse a non sentirsi umiliato quando, da ragazzo, era innamorato di una ragazzina che lo disprezzava visibilmente e per questo veniva preso in giro da tutti gli amici.

 

Donald risponde che quell’amore era così grande che lo rendeva felice, era suo e nessuno poteva portarglielo via. Il fatto che non fosse ricambiato era irrilevante, perché… “tu sei quello che ami, non quello che ama te”. E forse è proprio per questa sua filosofia di vita che Donald, nonostante sia quasi calvo e grasso come il fratello, ha tutto questo successo con le persone e nel lavoro.

 

All’alba del giorno dopo al posto di Charlie viene ucciso Donald, che viene scambiato per lui. Anche Laroche muore ucciso incidentalmente da un coccodrillo.

 

Susan si dispera, vorrebbe che tutto fosse cancellato e che la sua vita potesse ritornare quella di prima. Su Charlie invece questi avvenimenti sembrano quasi avere un effetto positivo: riacquista  infatti fiducia in se stesso, forse anche grazie alla saggia rivelazione che Donald gli aveva fatto la notte prima di morire.

 

Alla sua morte sembra quasi che Charlie erediti alcune sue caratteristiche e che grazie a questo la sua vita riacquisti speranza. Forse Charlie e Donald erano due lati della stessa personalità, e solo la morte di uno dei due ha potuto far sì che essa si ricomponesse creando finalmente un essere completo. Charlie riuscirà a terminare il suo lavoro e rincontrerà Amelia: l’autore ci lascia credere che probabilmente la relazione tra loro stavolta inizierà davvero.

 

Alla fine, come ci potevamo aspettare, la storia finalmente portata a termine da Charlie personaggio parla comunque di droga, sparatorie e inseguimenti in auto.

 

La sceneggiatura di Charlie Kaufman autore segue in tempo reale la scrittura della sceneggiatura di Charlie Kaufman personaggio, il confine tra ciò che è vero e ciò che è finzione è volutamente nebuloso. Sono gli eventi reali del film che vengono trascritti nella sceneggiatura del Kaufman personaggio o è la sceneggiatura del Kaufman personaggio che determina la realtà nel film? L’autore (quello vero) sembrerebbe optare per la seconda ipotesi.

 

Anche in questo caso segue la candidatura all’Oscar per la sceneggiatura non originale, ma lo vince invece Chris Cooper come miglior attore non protagonista. L’oscar alla miglior sceneggiatura non originale quell’anno va a Il Pianista di Ronald Harwood, diretto da Roman Polanski.


Con Michel Gondry: Human Nature

La collaborazione con Michel Gondry inizia nel 2001 con Human nature, ovvero la storia di Lila, una ragazza afflitta da un curioso difetto fisico. Fin dall’età dello sviluppo, infatti,  il suo corpo è completamente ricoperto di peli come quello di un animale. Non riuscendo a convivere con questo problema, decide di ascoltare il suo lato selvaggio e di andare a vivere da sola nella foresta.

 

Dopo qualche tempo, però, comincia a sentire l’esigenza di un uomo, di una famiglia e per ottenere tutto ciò è disposta a cambiare vita. Si depila completamente e torna a vivere nel mondo degli uomini.

 

Qui incontra Nathan Bronfman, un sofisticato scienziato che sta facendo degli studi sulla civilizzazione di alcune specie animali. I due iniziano una relazione ma Nathan è sempre in imbarazzo quando è con Lila perché la considera troppo poco raffinata. Fin da piccolo, infatti, egli è abituato a dare enorme importanza alla forma e a controllare ogni più piccolo particolare del proprio comportamento. Lila invece, abituata a vivere libera da ogni convenzione, finisce per sentirsi anche lei sempre più a disagio con lui, sempre più inadeguata alla vita che le si richiede di vivere.

 

Un giorno i due vanno a fare una gita nella foresta e incontrano Puff: quando Puff era piccolo, suo padre aveva avuto un forte esaurimento nervoso a causa di forti delusioni lavorative. A seguito di questa crisi l’uomo aveva deciso di portare via il figlioletto con sé per farlo vivere come una creatura selvaggia. Puff vive quindi nella foresta, senza vestiti e senza saper parlare e civilizzarlo diventa la missione di Nathan.

 

Prima lo ingabbia, lo sottopone a svariati test e lo tiene a bada tramite un collare che gli dà una scossa elettrica ogni qual volta non si comporta in modo civile. Puff risulta abbastanza ricettivo e presto raggiunge uno stadio tale da riuscire a sostenere discussioni colte su qualunque argomento. Rimane però ancora impossibile domare in lui gli istinti sessuali nei confronti delle donne. Grazie ancora alle scosse elettriche, sulla scia della cura Ludovico, Nathan insiste e riesce a completare la sua civilizzazione: inizia a rendere la sua gabbia sempre più simile ad un appartamento e a lasciarlo persino uscire da solo.

 

Nel frattempo, però, Nathan scopre il problema fisico di Lila che, dal canto suo, glielo aveva sempre tenuto nascosto radendosi ogni giorno. Il rapporto tra loro due si incrina, e lui si sente sempre più attratto dalla sua assistente, presunta francese, Gabrielle.

 

Lila entra in crisi e comincia a radersi anche i capelli e le sopracciglia e a portare una parrucca. Si sente prigioniera: da un lato non si accetta, e nemmeno Nathan la accetta; fa di tutto per essere diversa, per essere come piacerebbe a Nathan, ma dentro di lei sente che quella vita non è per lei. Sente che è fatta per vivere diversamente, di essere una creatura selvaggia.

 

E’ così che si rende conto di provare una fortissima pena per Puff, il quale però si sta trasformando via via in un uomo colto e raffinato. Vede se stessa in lui: un essere selvaggio intrappolato nel corpo di un essere umano. Per salvarlo da un destino che le sembra il più crudele al mondo decide di portarlo con sé a vivere nella foresta. E’ buffo che, per farlo tornare selvaggio, Lila usi gli stessi strumenti che aveva utilizzato Nathan per civilizzarlo: a suon di scosse elettriche gli impone di non utilizzare mai più il linguaggio umano e di non assumere comportamenti da uomo civilizzato.

 

Puff, che oramai sembra destinato a rimanere prigioniero dell’uno o dell’altro mondo, si adatta nuovamente alla vita selvaggia e, anzi, sembra che questa sia davvero idilliaca, con Lila.

 

Nathan nel frattempo si rende conto di quanto le manchi Lila, nonostante la sua storia con Gabrielle, e va a cercarla nel bosco per riprendersela, ma viene ucciso da Puff, più o meno incidentalmente. Lila decide di prendersi la colpa dell’omicidio per permettere a Puff di continuare la sua vita selvaggia e finisce in prigione al posto suo.

 

Tuttavia a nulla vale il suo sacrificio: una volta libero Puff preferisce la vita civile, e di nascosto scappa con Gabrielle.

 

Il film si chiude con due topolini che Nathan aveva con pazienza addomesticato insegnando loro a mangiare l’insalata con la forchetta giusta. Questi, liberati da Lila per tornare alla vita selvaggia, fanno conoscenza con i rischi che la libertà comporta e si affrettano a fare l’autostop per tornare in città.


L’Oscar

Ma il meglio di Kaufman deve ancora venire. Nel 2004, sempre insieme a Michel Gondry scrive la sceneggiatura che finalmente gli porterà l’Oscar: Eternal sunshine of the spotless mind. La storia è molto romantica e narra un amore che finisce e fa soffrire Joel e Clementine.

 

Clem decide di contattare il dottor Mierzwiak, il quale è capace di cancellare la memoria delle persone, e si fa cancellare tutti i ricordi che hanno a che fare con la sua storia tristemente finita.

 

Joel scopre quello che ha fatto Clementine e decide di imitarla proprio nel giorno di San Valentino. Raccoglie tutti gli oggetti che le ricordano Clem, li consegna allo strampalato staff della alla Lacuna Inc., lo studio in cui lavora Mierzwiak e inizia il trattamento. Stan e Patrick, i dipendente della Lacuna Inc., gliene mostrano uno alla volta chiedendogli di ritornare con la mente ai ricordi che questo gli suscita. Tramite un macchinario dall’aria un po’ retrò collegato ad un computer vengono registrate tutte le zone del cervello che vengono stimolate dai ricordi legati ad ognuno di questi oggetti.

 

Il passo successivo è quello di danneggiare quelle zone in modo da cancellare i ricordi selezionati. Il risultato è un vero e proprio danno cerebrale, ma, come afferma con nonchalance Mierzwiak, non più grande di quello causato da una grossa bevuta.

 

Mentre la cancellazione della memoria di Joel viene predisposta, Patrick, che si è innamorato di Clementine, decide di studiare in modo approfondito i ricordi più intimi dei due innamorati tramite i loro diari trafugati dalla Lacuna Inc.: il suo obiettivo è quello di capire cosa vuole Clem da un uomo e fingere di essere l’uomo perfetto per lei. Si impossessa anche di alcuni loro oggetti, tra cui il regalo che Joel aveva intenzione di consegnare a Clem per San Valentino, con l’intenzione di utilizzarlo per conquistarla.

 

Improvvisamente Clem si trova a frequentare una persona che di per sé non suscita in lei alcun interesse, ma che le dice tutto quello che lei vuole sentirsi dire, e le fa dei regali che coincidono incredibilmente con i suoi gusti, come se la conoscesse da sempre.

 

Come se non bastasse, tutto quello che lui fa o dice le provoca la sensazione di qualcosa di già vissuto che però non ricorda, e si sente ogni giorno più confusa.

 

Nel frattempo i ricordi di Joel vengono cancellati in successione, uno dopo l’altro, e ogni ricordo, prima di essere cancellato, viene in qualche modo rivissuto dalla mente del protagonista che si rende presto conto di aver cambiato idea. Rivivendo la sua vita con Clem in ordine inverso rispetto a quello cronologico si rende conto di amarla ancora e di non volere assolutamente dimenticarla.

 

I suoi ricordi e i suoi sforzi per evitare la loro cancellazione si accavallano e si confondono in un mondo onirico che cade lentamente a pezzi. Joel prova a portare Clem indietro nel tempo, dentro alcuni ricordi in cui lei non c’era, in modo da far sì che il processo di cancellazione della memoria ne perda le tracce.

 

Cerca di nasconderla in alcuni suoi ricordi infantili, dietro alle sue peggiori umiliazioni e inifine nel suo inconscio ma purtroppo le sue tracce vengono ogni volta ritrovate, e Joel non riesce nel suo intento: nessun ricordo viene salvato e Clem gli viene portata via definitivamente dopo la cancellazione del ricordo del loro primo incontro.

 

Resta però dentro di lui l’eco dell’ultima frase detta da Clementine prima di scomparire: “Ci rivediamo a Montauk”. Ecco perché il giorno dopo il trattamento, pur non ricordando nulla, prova una voglia irrefrenabile di andare a Montauk.

 

In quella che per lui è una mattina come tutte le altre, dato che il dottor Mierzwiak ha cancellato in lui anche il ricordo della Lacuna Inc. e del trattamento, abbandona improvvisamente il binario dove è in arrivo il treno che prende per andare al lavoro, e prende quello che va nel senso opposto, scendendo appunto a Montauk.

 

E’ lì che “rincontra” Clementine, anche lei spinta lì da chissà quale sensazione di déjà-vu, e la loro storia d’amore ricomincia da capo. Nel frattempo alla Lacuna Inc. la segretaria, Mary, scopre che anche la sua memoria era stata cancellata per dimenticare la sua relazione con il Dottor Mierzwiak, il suo capo.

 

Pentita e confusa decide di inviare a tutti i clienti della Lacuna Inc. la documentazione relativa alla loro memoria cancellata, comprese le cassette in cui erano registrate le voci dei “pazienti” che descrivevano i motivi della loro scelta e tutti i dettagli di ciò che sarebbe stato cancellato dalla loro mente.

 

Ascoltando queste registrazioni Clementine e Joel capiscono il loro senso di disorientamento e scoprono non solo che in passato si erano conosciuti, amati e odiati, ma anche i difetti che uno vedeva nell’altro e i motivi della loro separazione.

 

Nonostante questo, e qui Kaufman, (o forse Gondry? ) tira fuori il meglio del suo romanticismo, decidono comunque di riprovare a stare insieme.


Dalla delusione di Confessioni di una mente pericolosa a Synecdoche

Nel 2002 il Nostro lavorerà per l’opera prima di George Clooney come regista Confessioni di una mente pericolosa, una biografia non autorizzata del padre della TV spazzatura Chuck Barris. Questo personaggio inizialmente cerca di sbarcare il lunario inventando giochi televisivi, ma questo non gli basta per vivere e viene quindi assoldato dalla CIA per uccidere su commissione.

 

Man mano che il suo successo aumenta, anche se il suo bisogno di soldi non lo giustifica più, continua il suo “secondo lavoro”, finché viene colpito da una crisi di coscienza. Si rinchiude in una stanza d’albergo e inizia a scrivere le sue memorie. Affianco a lui spiccano due personaggi femminili tra cui si sente diviso: la istintiva, leale e tenace Penny, sua fidanzata, e l’affascinante colta Patricia Watson, sua collega spia, che risulterà essere una traditrice.

 

Questa pellicola ha moltissimi dei tratti distintivi dell’autore, e sicuramente la vita del protagonista, ebreo americano che tenta di entrare nel mondo dello spettacolo, sembra avere molti punti in comune con quella del Nostro. Immagino che scrivendone l’adattamento per il cinema egli abbia rivissuto i suoi difficili tentativi di sfondare nel mondo della TV e poi del cinema.

 

Tuttavia Kaufman proverà una forte delusione riguardo a questo film. Dice in un’intervista con William Arnold parlando di Gondry e Jonze: "The usual thing for a writer is to deliver a script and then disappear. That's not for me. I want to be involved from beginning to end. And these directors know that, and respect it.". Evidentemente Clooney non ha fatto lo stesso, e in qualche modo, dunque, Kaufman disconosce quest’opera perché non abbastanza coinvolto nella sua produzione. 

 

Nel 2005 Kaufman inizia la collaborazione con Carter Burwell per The Theater of the New Ear: lo spettacolo si svolge senza scenografia con gli attori seduti sul palco e senza trucco, le musiche di sottofondo sono di Carter Burwell. La parte gestita da Kaufman si intitola Hope leaves the Theater, in cui “Hope” va interpretato con un doppio significato perché, oltre a significare “speranza”, è anche il nome dell’attrice Hope Davis che interpreta uno dei personaggi del radiodramma.

 

Gli attori presenti sono quelli che si trovano spessissimo nei film scritti da Kaufman, da Meryl Streep, a Peter Dinklage, dalla stessa Hope Davies a Philip Seymour Hoffmann. La storia parla di una donna di mezza età, Hope, che guarda l’opera nell’opera in cui Meryl Streep, Peter Dinklage, Philip Seymour Hoffmann recitano delle parti seduti sul palco senza trucco né scenografia. E’ un testo altamente autobiografico e autoreferenziale.

 

Come spesso accade nelle storie di Kaufman anche qui spesso gli attori interpretano se stessi e immancabilmente vengono messi in scena i pensieri e l’inconscio dei personaggi, in una continua compenetrazione tra diversi piani narrativi.  Ciò causa spesso le spiazzanti invasioni di campo tra realtà e finzione tanto amate da Kaufman, che vengono qui trasposte dal cinema all’ambito teatrale.

 

E’ qui che, probabilmente, Kaufman rinnova la sua passione per il teatro ed è probabilmente su questa scia che scrive la sua ultima sceneggiatura: Synecdoche, New York. Forse anche in seguito alla delusione di Confessioni di una mente pericolosa decide di dirigere questo film personalmente e nel 2008 porta a termine quella che forse è la sua opera più personale. Anche se non si discosta di molto dalle altre né cronologicamente né a livello di tematiche, che presentano molti punti in comune a tutte le altre opere di Kaufman, tuttavia è forse la sua opera meno ironica e più amara.

 

Il protagonista Caden Cotard, regista teatrale, viene abbandonato dalla moglie Adele che scappa in Germania con la loro figlia Olive. Da questo momento in poi il procedere del film potrebbe essere interpretato come il resto della vita di Caden ma potremmo anche chiederci se Caden non abbia finito per soccombere a questo dolore.

 

Madeline, la sua terapista, parlando di suicidio gli chiede: “Perché l’hai fatto?”, per poi subito correggersi con “Perché lo faresti?”. Millicent, un personaggio che apparirà verso la fine del film, dice che “Caden è un uomo già morto, che vive in un mezzo modo che si trova tra stasi e antistasi”. Forse Caden muore, e il resto dei film rappresenta un residuo, o ciò che rimane intrappolato nella sua mente in un ipotetico momento che succede alla morte ma precede il completo abbandono del mondo dei vivi.

 

Qualunque sia la sua situazione biologica inizia a frequentare prima Hazel e poi Claire, con cui avrà anche una figlia di nome Ariel, ma non riesce a consolarsi ed è come se la sua vita rimanesse cristallizzata al momento dell’abbandono: come se il tempo per lui non passasse più.

 

Poiché risulta comunque un bravo regista teatrale vince un premio in denaro e lo impiega acquistando un magazzino-teatro, dove fa costruire la copia esatta della via in cui si trova la costruzione stessa. Vengono replicati in scala tutti gli edifici, i palazzi con i relativi appartamenti e il magazzino-teatro stesso.

 

Ogni appartamento è rappresentato da un piccolo set teatrale in cui gli attori interpretano ininterrottamente i ruoli dei personaggi reali che costellano la vita di Caden e di Caden stesso. Di notte Caden scrive migliaia di bigliettini in cui spiega ciò che dovrà avvenire nella vita di ogni personaggio che sarà interpretato il giorno seguente da ogni attore che lavora per lui.

 

Come una matrioska all’interno del magazzino-teatro riprodotto viene costruita anche la copia del magazzino-teatro stesso, contenente la riproduzione fedele della stessa via di New York, e così via. Una pièce teatrale massiva, come la chiama Caden, in cui si assiste in modo continuativo alla rappresentazione di momenti della vita del protagonista.

 

Gli avvenimenti si svolgono proprio come in alcuni precedenti film scritti da Kaufman: in piccoli siparietti che ritraggono episodi di vita quotidiana, tristi o allegri, importanti o insignificanti che siano.

 

Anche qui la realtà e la finzione si confondono: ogni personaggio del film ha il suo doppio nella pièce teatrale massiva: Hazel viene interpretata da Tammy, Caden viene interpretato da Sammy il quale, a forza di interpretarlo, diventa la sua ombra, lo segue dappertutto, anche fuori dal teatro, e si innamora persino di della stessa donna di cui è innamorato lui: la vera Hazel. L’attore subisce una tale immedesimazione nel suo personaggio che finisce per uccidersi a causa dell’amore non corrisposto per Hazel, mentre Caden arrabbiato gli urla: “Io non mi sono buttato! Alzati!”.

 

Man mano che il film procede il protagonista non solo perde la cognizione del tempo (pensa che la figlia Olive abbia ancora quattro anni mentre ne ha oramai più di undici) ma perde anche il senso della realtà: per esempio parla di Olive come della sua “vera” figlia, come se la figlia avuta con Claire fosse stata concepita solo nella finzione dell’opera teatrale.

 

Alla fine, troppo vecchio e malato per continuare la regia della pièce teatrale massiva, viene dapprima interpretato poi sostituito da un’attrice, Millicent, che dopo un po’ inizia a dirigere tutti al posto suo.

 

Caden, dal canto suo, inizia ad interpretare la donna delle pulizie di Adele, Ellen, precedentemente interpretata dalla stessa Millicent, e da quel momento ogni azione della sua vita gli viene suggerita tramite un auricolare da quest’ultima, fino all’ultima battuta del film, in cui Millicent gli dà l’ultimo ordine:

 

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