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IL CINEAMATORE il sito del Cinema Zuta
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CHARLIE KAUFMAN E LA MEMORIA
Una
monografia su Charlie Kaufman
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Cenni biografici
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Charlie
Kaufman nasce il
19 novembre del 1958 da una famiglia di religione ebraica che vive a
Long
Island. Inizia a entrare in contatto con il teatro e la televisione a
metà
degli anni 70 al liceo, in Connecticut, interpretando ruoli comici fra
i quali
il personaggio principale nella versione teatrale di Play it again, Sam.
Frequenta il college alla
New York University, dove conosce Paul Proch, con cui inizierà a
lavorare
scrivendo sceneggiature per Sit Com. Paul è tra l’altro autore del
quadro
appeso nel salotto di Joel di Eternal
sunshine of the spotless mind,
ora in vendita in rete per
750 dollari.
Nel
1997 scrive A Scanner Darkly, ripreso dal romanzo di Philip K. Dick, l’autore
di Bladerunners, e mai prodotto. Nel 2006 lo stesso romanzo viene
adattato e
diretto da Richard Linklater.
Nel
periodo in cui una
delle serie TV per cui lavora viene sospesa scrive la sceneggiatura di Essere John Malkovich
come lavoro in più da
allegare al suo curriculum. Dato che la storia ha come protagonista il
già
famosissimo attore John Malkovich, Kaufmann decide di sottoporre lo
script a
lui per primo e questi lo apprezza molto. Il film farà però fatica a
trovare
qualcuno disposto ad investire e Kaufman dovrà aspettare ancora un paio
d’anni
per vedere la sua storia prendere vita. I finanziamenti arriveranno
infine dalla
società di Michael Stipe, membro del gruppo dei R.E.M.
La
sceneggiatura finisce
in mano a Francis Ford Coppola che la fa leggere al fidanzato della
figlia
Sofia: il regista designato è dunque Spike Jonze, fino ad allora
conosciuto per
i suoi videoclip e le sue pubblicità. Il film esce nel 1999. Negli anni
seguenti Kaufman sforna altre tre storie per il cinema molto
ravvicinate nel
tempo: nel 2001 esce Human
nature diretto
da Michel Gondry, nel 2002 Confessioni
di una
mente pericolosa diretto da George Clooney e ancora nel
2002 Adaptation – Ladro
di orchidee di nuovo con
Spike Jonze come regista. Ma il suo anno fortunato è il 2004, in cui
esce Eternal sunshine of the spotless mind, con regista Michel Gondry, con cui vince l’oscar
per la sceneggiatura.
A
partire dall’anno
successivo si occuperà dell’interessantissimo progetto The Theater of the new Ear,
radiodramma
inscenato a teatro, ideato dal compositore Carter Burwell e messo in
scena
prima dai fratelli Cohen e poi da Kaufman stesso.
Nel
2008 esce il primo
film che lo vede impegnato anche nella regia: Synecdoche,
New York.
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Con
Spike Jonze: Essere John Malkovich…
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Il primo film scritto da Kaufman
a finire sul grande
schermo è una storia surreale, a tratti delirante, e contiene già quasi
tutti
gli elementi tipici della poetica dell’autore.
Il protagonista, Craig Schwartz,
è un burattinaio. Non
riuscendo ad avere molto successo con i suoi burattini trova un
annuncio sul
giornale e si reca alla Lester Corporation in cerca di lavoro.
Ci mette poco ad accorgersi che
c’è qualcosa di strano in
quegli uffici: prima di tutto, trovandosi essi al settimo piano e mezzo
di un
palazzo, per raggiungerli è necessario bloccare l’ascensore e aprirne le porte con un
piede di porco. I
soffitti sono bassissimi, e tutti gli impiegati o stanno seduti o vanno
in giro
curvi per non sbattere la testa sul soffitto. Grazie alle sue mani
straordinariamente agili Craig viene assunto per lavorare
nell’archivio. Durante
il suo primo giorno conosce Maxine di cui si innamora subito.
Spostando uno scaffale in cerca
di un fascicolo trova una
porticina e decide di entrarvi per capire dove porta l’angusto e buio
corridoio
che da essa si intravede. Mentre procede carponi la porticina si chiude
di
scatto e lui viene risucchiato da una specie di forte vento e si
ritrova dentro
il cervello dell’attore John Malkovich (interpretato da se stesso),
dove per un
po’ di tempo riesce a vedere attraverso i suoi occhi. Dopo pochi minuti
viene
nuovamente trascinato via da una forza misteriosa che lo fa precipitare
al
centro di uno svincolo autostradale.
Turbato racconta la sua
esperienza a sua moglie Lotte la
quale vuole assolutamente provare. Craig l’asseconda, ma quando va a
prenderla
allo svincolo lei è completamente sconvolta da quello che ha vissuto,
soprattutto perché per la prima volta si ritrova nei panni di un uomo e
si
rende conto che è quello che ha sempre desiderato. Il suo obiettivo è
quello di
rifarlo subito e in quell’occasione anche lei conosce Maxine e se ne
innamora.
Le due donne si piacciono e
decidono di darsi un
appuntamento: Maxine si farà invitare da Malkovich a casa sua proprio
nel
momento in cui Lotte sarà dentro di lui. E’ così che inizia la loro
“relazione”
attraverso il corpo dell’attore.
Nel frattempo Craig e Maxine
iniziano a pubblicizzare il
passaggio e a farsi pagare da chiunque voglia provare l’emozione di
essere John
Malkovich. La Lester Corporation, quindi, di notte inizia a popolarsi
di strani
individui che stanno ad aspettare in coda nei suoi bassi corridoi in
cerca di
qualche minuto di gloria.
Questi strani movimenti vengono
presto scoperti anche
dallo stesso John Malkovich, il quale decide di andare a vedere in
incognito di
cosa si tratta. Entra nel passaggio e paradossalmente si trova
catapultato nel
proprio subconscio che viene rappresentato come un ristorante elegante
in cui
tutti i presenti, camerieri, avventori, donne e bambini, hanno la sua
faccia e
dalle loro bocche esce solo la parola “Malkovich”.
Infuriato vuole far cessare tutto
questo, ma non fa in
tempo. Infatti Craig ha scoperto la relazione tra Lotte e Maxine e
rinchiude
Lotte nella gabbia del suo scimpanzé per entrare in Malkovich al posto
suo
durante l’appuntamento con Maxine. In quest’occasione si rende conto
che, forse
proprio in qualità di burattinaio, è in grado di far muovere e parlare
l’attore
a suo piacimento come fa con i suoi burattini. Inoltre riesce a
decidere autonomamente
quando entrare o uscire da Malkovich.
Questo dà una vera e propria
svolta alla sua squallida
vita, e persino Maxine si innamora di lui. Il sopravvento di Craig su
Malkovich
viene suggellato proprio nella camera da letto di Malkovich davanti
agli occhi
di lei, quando il burattinaio si cimenta nella “Danza
della disperazione e disillusione” che era solito far
compiere ai
suoi burattini. Ora, infatti, è in grado di farla interpretare ad un
burattino
in carne ed ossa che per di più ha le sembianze del famosissimo attore.
I due decidono di trasferirsi
insieme a casa di Malkovich
e all’improvviso la carriera dell’attore cambia rotta: inizia a fare il
burattinaio e diventa se possibile ancora più ricco e famoso.
La “Danza
della disperazione e disillusione”
viene nuovamente interpretata, ma questa volta da un burattino che
assomiglia a
un Malkovich a grandezza naturale, e ciò avviene davanti a un grande
pubblico,
con tanto di televisione, personalità importanti del mondo dello
spettacolo e,
soprattutto, seguita da una marea di applausi. Inutile dire che chi
muove i
fili è Craig dentro il corpo di Malkovich.
Lotte, abbandonata da Maxine e
disperata, si rifugia dal
dottor Lester, il capo della Lester Corporation. Questo distinto
signore la
accoglie volentieri e le propone di diventare membro di una setta che
ha
fondato: si tratta di un gruppo di anziani decisi ad entrare tutti
insieme in Malkovich
per restarci fino alla morte del suo corpo, al fine di creare una sorta
di
superuomo con competenze in ogni campo.
Nel frattempo Craig/Malkovich ha
abbandonato il suo
aspetto raffinato ed elegante in favore di un aspetto trascurato molto
simile a
quello che aveva il vecchio Craig, e Maxine è rimasta incinta ed è
ormai annoiata
dalla vita con lui.
Per ricattare Craig e farlo
uscire dal corpo dell’ormai
popolarissimo burattinaio Lotte e il dottor Lester la rapiscono. Ma la
prigioniera tenta di fuggire nel famoso passaggio segreto alla Lester
Corporation inseguita da Lotte, e le due si trovano coinvolte in una
delirante
corsa dentro l’inconscio di Malkovich.
Maxine convince però Lotte a non
farle del male dicendole
che la bambina che porta in grembo è stata concepita mentre Malkovich
era
posseduto da lei, ed è quindi in un certo senso figlia sua. Aggiunge
inoltre di
provare nostalgia per lei e le due donne finiscono per andare a vivere
insieme
con la bambina come una famiglia.
Gli anziani amici di Lester si
impossessano
definitivamente di Malkovich, che diventa di nuovo molto distinto e
pettinato
come Lester, mentre a Craig rimane un solo modo per non separarsi mai
più da
Maxine: entrare nel corpo della sua figlioletta, Emily. Quest’ultima
viene
inquadrata, alla fine del film, all’età di circa nove o dieci anni:
grazie a
un’interessante azione di casting l’attrice assomiglia senza dubbio a
Cameron
Diaz, che interpreta Lotte, e, in modo alquanto inquietante, fissa la
madre,
Maxine, con aria sognante più simile a quella di un’innamorata che a
quella di
una figlia.
La scelta dell’enigmatico attore
statunitense come
personaggio principale della storia, a detta di Charlie Kaufman, è
dovuta
all’indubbia bravura dell’attore ma anche a quanto suona buffo il suo
nome,
soprattutto se ripetuto tante volte.
Nel 2001 il film viene candidato
all’Oscar proprio per la
sceneggiatura, ma viene battuto da American
Beauty.
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Adaptation,
Il ladro di orchidee
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Un paio d’anni dopo Essere
John
Malkovich
al Nostro viene commissionato l’adattamento del libro di
Susan Orlean Il
ladro di orchidee.
Questo
film, a dire dello stesso autore, è molto autobiografico e narra
infatti le
disavventure dello sceneggiatore Charlie Kaufman cui viene dato
l’incarico di
adattare per il cinema il libro di Susan Orlean Il
ladro di
orchidee.
Charlie è quasi calvo,
timidissimo, sovrappeso e sempre a
disagio e come se non bastasse è in crisi creativa e in ritardo con la
consegna.
Il suo obiettivo è quello di scrivere un film non Hollywoodiano: la
storia deve
essere perciò priva di episodi legati alla droga, priva di scene con
sparatorie
e priva di inseguimenti in auto. Ma tutto ciò è molto difficile, e
soprattutto
non coincide per nulla con quanto si aspettano da lui coloro che
l’hanno
ingaggiato.
In ogni scena che segue
l’incontro di Charlie con una
qualunque donna, quest’ultima si trova a letto insieme a lui e gli dice
che è
un amante meraviglioso e che nel suo lavoro è un genio. Ovviamente
tutto ciò è
solo un parto della sua fantasia, poiché in realtà il suo rapporto con
l’altro
sesso è a dir poco disastroso: la produttrice del film per cui sta
lavorando,
Valerie, è una donna davvero affascinante e energica, e Charlie davanti
a lei
non fa altro che farfugliare, annuire e sudare. Susan Orlean, l’autrice
del
libro, è una donna di grande successo e Charlie con lei non ha nemmeno
il
coraggio di parlare. Solo Amelia sembra attratta da lui, ma è troppo
timido e
preso dal panico per il suo lavoro e finisce per perdere l’occasione.
A casa di Charlie vive da poco
suo fratello gemello
Donald, che è fisicamente identico a lui, ma ama la vita mondana, è
divertente,
sempre a suo agio e ha un gran successo con le donne. Quest’ultimo
decide di
punto in bianco di seguire le orme del fratello diventando uno
sceneggiatore e a
questo fine partecipa a un seminario sulla scrittura creativa tenuto da
Robert
McKee.
Questo corso ha l’obiettivo di
insegnare a scrivere
storie tendenzialmente avventurose, piene di omicidi, misteri,
inseguimenti, e
perfette per film d’azione destinati ad avere grande successo. Al suo
ritorno
Donald è talmente entusiasta dell’esperienza che Charlie, ormai
sull’orlo
dell’esaurimento, valuta la possibilità di partecipare anche lui allo
stesso
seminario.
McKee è una persona reale, ex
studente del
prestigiosissimo programma Fulbright e istruttore di scrittura
creativa. Il suo
libro Story: Substance, Structure, Style and the
Principles of Screenwriting è la
bibbia degli sceneggiatori, e lui è un grande sostenitore del fatto che
chi fa
davvero il film non è il regista ma lo sceneggiatore. Nel film viene
interpretato da Brian Cox e pare che questa scelta sia stata dello
stesso McKee,
interpellato nella realtà dal vero Kaufman, forse proprio al fine di
avere
qualche dritta sul film.
Nemmeno questo, però, basta a
risolvere la sua crisi
creativa. Preso dalla disperazione decide di farsi aiutare proprio da
Donald
che oramai ha imboccato la strada più diretta e sicura per il successo.
I due
si mettono sulle tracce dell’autrice del libro e iniziano a pedinarla
finché scoprono
una tresca tra lei e Johnny Laroche, il protagonista del libro nonché,
appunto,
ladro di orchidee.
I due fratelli, che non sono mai
andati d’accordo,
diventano sempre più affiatati e sono sempre più coinvolti nelle
ricerche
relative alla Orlean: scoprono così che le orchidee vengono usate da
Laroche
per preparare una droga speciale per Susan, che la fa sentire viva e
felice.
Purtroppo Susan sorprende Charlie
nell’atto di spiarli e
si rende conto che il fatto che sia venuto a conoscenza di tutto ciò
che riguarda
la droga e la sua tresca potrebbe essere un pericolo per lei. Non
volendo
danneggiare la propria carriera e la propria vita privata, vede
l’omicidio come
unica soluzione per insabbiare tutto quanto: chiede quindi a Laroche di
far
fuori l’intruso.
I due fratelli passano la notte
in una palude per sfuggire
al fucile di Laroche, e per la prima volta hanno modo di parlare per
davvero.
Charlie approfitta così per chiedere a Donald come facesse a non
sentirsi
umiliato quando, da ragazzo, era innamorato di una ragazzina che lo
disprezzava
visibilmente e per questo veniva preso in giro da tutti gli amici.
Donald risponde che quell’amore
era così grande che lo
rendeva felice, era suo e nessuno poteva portarglielo via. Il fatto che
non
fosse ricambiato era irrilevante, perché… “tu
sei quello che ami, non
quello che ama te”. E forse è proprio per questa sua
filosofia di vita
che Donald, nonostante sia quasi calvo e grasso come il fratello, ha
tutto
questo successo con le persone e nel lavoro.
All’alba del giorno dopo al posto
di Charlie viene ucciso
Donald, che viene scambiato per lui. Anche Laroche muore ucciso
incidentalmente
da un coccodrillo.
Susan si dispera, vorrebbe che
tutto fosse cancellato e
che la sua vita potesse ritornare quella di prima. Su Charlie invece
questi
avvenimenti sembrano quasi avere un effetto positivo: riacquista infatti fiducia in se
stesso, forse anche
grazie alla saggia rivelazione che Donald gli aveva fatto la notte
prima di
morire.
Alla sua morte sembra quasi che
Charlie erediti alcune sue
caratteristiche e che grazie a questo la sua vita riacquisti speranza.
Forse
Charlie e Donald erano due lati della stessa personalità, e solo la
morte di
uno dei due ha potuto far sì che essa si ricomponesse creando
finalmente un
essere completo. Charlie riuscirà a terminare il suo lavoro e
rincontrerà
Amelia: l’autore ci lascia credere che probabilmente la relazione tra
loro
stavolta inizierà davvero.
Alla fine, come ci potevamo
aspettare, la storia finalmente
portata a termine da Charlie personaggio parla comunque di droga,
sparatorie e
inseguimenti in auto.
La sceneggiatura di Charlie
Kaufman autore segue in tempo
reale la scrittura della sceneggiatura di Charlie Kaufman personaggio,
il
confine tra ciò che è vero e ciò che è finzione è volutamente nebuloso.
Sono
gli eventi reali del film che vengono trascritti nella sceneggiatura
del
Kaufman personaggio o è la sceneggiatura del Kaufman personaggio che
determina
la realtà nel film? L’autore (quello vero) sembrerebbe optare per la
seconda
ipotesi.
Anche in questo caso segue la
candidatura all’Oscar per
la sceneggiatura non originale, ma lo vince invece Chris Cooper come
miglior
attore non protagonista. L’oscar alla miglior sceneggiatura non
originale quell’anno
va a Il Pianista di
Ronald Harwood, diretto da Roman Polanski.
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Con
Michel Gondry: Human Nature
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La
collaborazione con
Michel Gondry inizia nel 2001 con Human
nature,
ovvero la storia di Lila, una ragazza afflitta da un curioso difetto
fisico. Fin
dall’età dello sviluppo, infatti,
il suo
corpo è completamente ricoperto di peli come quello di un animale. Non
riuscendo a convivere con questo problema, decide di ascoltare il suo
lato selvaggio
e di andare a vivere da sola nella foresta.
Dopo
qualche tempo, però,
comincia a sentire l’esigenza di un uomo, di una famiglia e per
ottenere tutto
ciò è disposta a cambiare vita. Si depila completamente e torna a
vivere nel
mondo degli uomini.
Qui
incontra Nathan
Bronfman, un sofisticato scienziato che sta facendo degli studi sulla
civilizzazione di alcune specie animali. I due iniziano una relazione
ma Nathan
è sempre in imbarazzo quando è con Lila perché la considera troppo poco
raffinata. Fin da piccolo, infatti, egli è abituato a dare enorme
importanza
alla forma e a controllare ogni più piccolo particolare del proprio
comportamento. Lila invece, abituata a vivere libera da ogni
convenzione,
finisce per sentirsi anche lei sempre più a disagio con lui, sempre più
inadeguata alla vita che le si richiede di vivere.
Un
giorno i due vanno a fare
una gita nella foresta e incontrano Puff: quando Puff era piccolo, suo
padre aveva
avuto un forte esaurimento nervoso a causa di forti delusioni
lavorative. A
seguito di questa crisi l’uomo aveva deciso di portare via il
figlioletto con
sé per farlo vivere come una creatura selvaggia. Puff vive quindi nella
foresta, senza vestiti e senza saper parlare e civilizzarlo diventa la
missione
di Nathan.
Prima
lo ingabbia, lo
sottopone a svariati test e lo tiene a bada tramite un collare che gli
dà una
scossa elettrica ogni qual volta non si comporta in modo civile. Puff
risulta
abbastanza ricettivo e presto raggiunge uno stadio tale da riuscire a
sostenere
discussioni colte su qualunque argomento. Rimane però ancora
impossibile domare
in lui gli istinti sessuali nei confronti delle donne. Grazie ancora
alle
scosse elettriche, sulla scia della cura Ludovico, Nathan insiste e
riesce a
completare la sua civilizzazione: inizia a rendere la sua gabbia sempre
più
simile ad un appartamento e a lasciarlo persino uscire da solo.
Nel
frattempo, però,
Nathan scopre il problema fisico di Lila che, dal canto suo, glielo
aveva
sempre tenuto nascosto radendosi ogni giorno. Il rapporto tra loro due
si
incrina, e lui si sente sempre più attratto dalla sua assistente,
presunta
francese, Gabrielle.
Lila
entra in crisi e
comincia a radersi anche i capelli e le sopracciglia e a portare una
parrucca.
Si sente prigioniera: da un lato non si accetta, e nemmeno Nathan la
accetta;
fa di tutto per essere diversa, per essere come piacerebbe a Nathan, ma
dentro
di lei sente che quella vita non è per lei. Sente che è fatta per
vivere
diversamente, di essere una creatura selvaggia.
E’
così che si rende
conto di provare una fortissima pena per Puff, il quale però si sta
trasformando via via in un uomo colto e raffinato. Vede se stessa in
lui: un
essere selvaggio intrappolato nel corpo di un essere umano. Per
salvarlo da un
destino che le sembra il più crudele al mondo decide di portarlo con sé
a
vivere nella foresta. E’ buffo che, per farlo tornare selvaggio, Lila
usi gli
stessi strumenti che aveva utilizzato Nathan per civilizzarlo: a suon
di scosse
elettriche gli impone di non utilizzare mai più il linguaggio umano e
di non
assumere comportamenti da uomo civilizzato.
Puff,
che oramai sembra
destinato a rimanere prigioniero dell’uno o dell’altro mondo, si adatta
nuovamente alla vita selvaggia e, anzi, sembra che questa sia davvero
idilliaca,
con Lila.
Nathan
nel frattempo si
rende conto di quanto le manchi Lila, nonostante la sua storia con
Gabrielle, e
va a cercarla nel bosco per riprendersela, ma viene ucciso da Puff, più
o meno
incidentalmente. Lila decide di prendersi la colpa dell’omicidio per
permettere
a Puff di continuare la sua vita selvaggia e finisce in prigione al
posto suo.
Tuttavia
a nulla vale il
suo sacrificio: una volta libero Puff preferisce la vita civile, e di
nascosto
scappa con Gabrielle.
Il
film si chiude con due
topolini che Nathan aveva con pazienza addomesticato insegnando loro a
mangiare
l’insalata con la forchetta giusta. Questi, liberati da Lila per
tornare alla
vita selvaggia, fanno conoscenza con i rischi che la libertà comporta e
si
affrettano a fare l’autostop per tornare in città.
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L’Oscar
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Ma
il meglio di Kaufman
deve ancora venire. Nel 2004, sempre insieme a Michel Gondry scrive la
sceneggiatura che finalmente gli porterà l’Oscar: Eternal sunshine of the spotless
mind. La
storia è molto romantica e narra un amore che finisce e fa soffrire
Joel e
Clementine.
Clem
decide di contattare
il dottor Mierzwiak, il quale è capace di cancellare la memoria delle
persone,
e si fa cancellare tutti i ricordi che hanno a che fare con la sua
storia tristemente
finita.
Joel
scopre quello che ha
fatto Clementine e decide di imitarla proprio nel giorno di San
Valentino. Raccoglie
tutti gli oggetti che le ricordano Clem, li consegna allo strampalato
staff
della alla Lacuna Inc., lo studio in cui lavora Mierzwiak e inizia il
trattamento. Stan e Patrick, i dipendente della Lacuna Inc., gliene
mostrano
uno alla volta chiedendogli di ritornare con la mente ai ricordi che
questo gli
suscita. Tramite un macchinario dall’aria un po’ retrò collegato ad un
computer
vengono registrate tutte le zone del cervello che vengono stimolate dai
ricordi
legati ad ognuno di questi oggetti.
Il
passo successivo è
quello di danneggiare quelle zone in modo da cancellare i ricordi
selezionati.
Il risultato è un vero e proprio danno cerebrale, ma, come afferma con
nonchalance Mierzwiak, non più grande di quello causato da una grossa
bevuta.
Mentre
la cancellazione
della memoria di Joel viene predisposta, Patrick, che si è innamorato
di
Clementine, decide di studiare in modo approfondito i ricordi più
intimi dei
due innamorati tramite i loro diari trafugati dalla Lacuna Inc.: il suo
obiettivo è quello di capire cosa vuole Clem da un uomo e fingere di
essere
l’uomo perfetto per lei. Si impossessa anche di alcuni loro oggetti,
tra cui il
regalo che Joel aveva intenzione di consegnare a Clem per San
Valentino, con
l’intenzione di utilizzarlo per conquistarla.
Improvvisamente
Clem si
trova a frequentare una persona che di per sé non suscita in lei alcun
interesse, ma che le dice tutto quello che lei vuole sentirsi dire, e
le fa dei
regali che coincidono incredibilmente con i suoi gusti, come se la
conoscesse da
sempre.
Come
se non bastasse,
tutto quello che lui fa o dice le provoca la sensazione di qualcosa di
già
vissuto che però non ricorda, e si sente ogni giorno più confusa.
Nel
frattempo i ricordi
di Joel vengono cancellati in successione, uno dopo l’altro, e ogni
ricordo,
prima di essere cancellato, viene in qualche modo rivissuto dalla mente
del
protagonista che si rende presto conto di aver cambiato idea. Rivivendo
la sua
vita con Clem in ordine inverso rispetto a quello cronologico si rende
conto di
amarla ancora e di non volere assolutamente dimenticarla.
I
suoi ricordi e i suoi
sforzi per evitare la loro cancellazione si accavallano e si confondono
in un
mondo onirico che cade lentamente a pezzi. Joel prova a portare Clem
indietro
nel tempo, dentro alcuni ricordi in cui lei non c’era, in modo da far
sì che il
processo di cancellazione della memoria ne perda le tracce.
Cerca
di nasconderla in
alcuni suoi ricordi infantili, dietro alle sue peggiori umiliazioni e
inifine
nel suo inconscio ma purtroppo le sue tracce vengono ogni volta
ritrovate, e
Joel non riesce nel suo intento: nessun ricordo viene salvato e Clem
gli viene
portata via definitivamente dopo la cancellazione del ricordo del loro
primo
incontro.
Resta
però dentro di lui
l’eco dell’ultima frase detta da Clementine prima di scomparire: “Ci
rivediamo a Montauk”.
Ecco perché il giorno dopo il trattamento, pur
non ricordando nulla, prova una voglia irrefrenabile di andare a
Montauk.
In
quella che per lui è
una mattina come tutte le altre, dato che il dottor Mierzwiak ha
cancellato in
lui anche il ricordo della Lacuna Inc. e del trattamento, abbandona
improvvisamente il binario dove è in arrivo il treno che prende per
andare al
lavoro, e prende quello che va nel senso opposto, scendendo appunto a
Montauk.
E’
lì che “rincontra”
Clementine, anche lei spinta lì da chissà quale sensazione di déjà-vu,
e la loro storia
d’amore ricomincia da capo. Nel frattempo alla Lacuna Inc. la
segretaria, Mary,
scopre che anche la sua memoria era stata cancellata per dimenticare la
sua
relazione con il Dottor Mierzwiak, il suo capo.
Pentita
e confusa decide
di inviare a tutti i clienti della Lacuna Inc. la documentazione
relativa alla
loro memoria cancellata, comprese le cassette in cui erano registrate
le voci
dei “pazienti” che descrivevano i motivi della loro scelta e tutti i
dettagli
di ciò che sarebbe stato cancellato dalla loro mente.
Ascoltando
queste
registrazioni Clementine e Joel capiscono il loro senso di
disorientamento e scoprono
non solo che in passato si erano conosciuti, amati e odiati, ma anche i
difetti
che uno vedeva nell’altro e i motivi della loro separazione.
Nonostante
questo, e qui
Kaufman, (o forse Gondry? ) tira fuori il meglio del suo romanticismo,
decidono
comunque di riprovare a stare insieme.
|
Dalla
delusione di Confessioni di una mente pericolosa a Synecdoche
|
Nel
2002 il Nostro lavorerà
per l’opera prima di George Clooney come regista Confessioni di una mente
pericolosa, una
biografia non autorizzata del padre della TV spazzatura Chuck Barris.
Questo
personaggio inizialmente cerca di sbarcare il lunario inventando giochi
televisivi, ma questo non gli basta per vivere e viene quindi assoldato
dalla
CIA per uccidere su commissione.
Man
mano che il suo
successo aumenta, anche se il suo bisogno di soldi non lo giustifica
più,
continua il suo “secondo lavoro”, finché viene colpito da una crisi di
coscienza. Si rinchiude in una stanza d’albergo e inizia a scrivere le
sue
memorie. Affianco a lui spiccano due personaggi femminili tra cui si
sente
diviso: la istintiva, leale e tenace Penny, sua fidanzata, e
l’affascinante
colta Patricia Watson, sua collega spia, che risulterà essere una
traditrice.
Questa
pellicola ha
moltissimi dei tratti distintivi dell’autore, e sicuramente la vita del
protagonista, ebreo americano che tenta di entrare nel mondo dello
spettacolo,
sembra avere molti punti in comune con quella del Nostro. Immagino che
scrivendone l’adattamento
per il cinema egli abbia rivissuto i suoi difficili tentativi di
sfondare nel mondo
della TV e poi del cinema.
Tuttavia
Kaufman proverà
una forte delusione riguardo a questo film. Dice in un’intervista con
William Arnold parlando di Gondry e Jonze: "The
usual thing for a
writer is to deliver a script and then disappear. That's not for me. I
want to
be involved from beginning to end. And these directors
know that, and respect
it.". Evidentemente Clooney non ha fatto lo stesso, e in
qualche modo, dunque, Kaufman disconosce quest’opera perché non
abbastanza coinvolto nella sua produzione.
Nel
2005 Kaufman inizia
la collaborazione con Carter Burwell per The
Theater of the New Ear: lo spettacolo si svolge senza
scenografia con
gli attori seduti sul palco e senza trucco, le musiche di sottofondo
sono di Carter
Burwell. La parte gestita da Kaufman si intitola Hope leaves the Theater,
in cui “Hope” va
interpretato con un doppio significato perché, oltre a significare
“speranza”,
è anche il nome dell’attrice Hope Davis che interpreta uno dei
personaggi del
radiodramma.
Gli
attori presenti sono
quelli che si trovano spessissimo nei film scritti da Kaufman, da Meryl
Streep,
a Peter Dinklage, dalla stessa Hope Davies a Philip Seymour Hoffmann.
La storia
parla di una donna di mezza età, Hope, che guarda l’opera nell’opera in
cui
Meryl Streep, Peter Dinklage, Philip Seymour Hoffmann recitano delle
parti
seduti sul palco senza trucco né scenografia. E’ un testo altamente
autobiografico e autoreferenziale.
Come
spesso accade nelle
storie di Kaufman anche qui spesso gli attori interpretano se stessi e
immancabilmente vengono messi in scena i pensieri e l’inconscio dei
personaggi,
in una continua compenetrazione tra diversi piani narrativi. Ciò causa spesso le
spiazzanti invasioni di
campo tra realtà e finzione tanto amate da Kaufman, che vengono qui
trasposte
dal cinema all’ambito teatrale.
E’
qui che,
probabilmente, Kaufman rinnova la sua passione per il teatro ed è
probabilmente
su questa scia che scrive la sua ultima sceneggiatura: Synecdoche, New York.
Forse anche in seguito alla
delusione di Confessioni
di una mente pericolosa
decide di dirigere questo film personalmente e nel 2008 porta a termine
quella
che forse è la sua opera più personale. Anche se non si discosta di
molto dalle
altre né cronologicamente né a livello di tematiche, che presentano
molti punti
in comune a tutte le altre opere di Kaufman, tuttavia è forse la sua
opera meno
ironica e più amara.
Il
protagonista Caden
Cotard, regista teatrale, viene abbandonato dalla moglie Adele che
scappa in
Germania con la loro figlia Olive. Da questo momento in poi il
procedere del
film potrebbe essere interpretato come il resto della vita di Caden ma
potremmo
anche chiederci se Caden non abbia finito per soccombere a questo
dolore.
Madeline,
la sua
terapista, parlando di suicidio gli chiede: “Perché
l’hai fatto?”,
per poi subito correggersi con “Perché
lo faresti?”.
Millicent, un personaggio che apparirà verso la
fine del film, dice che “Caden
è un uomo già morto, che vive in un mezzo modo che si trova
tra stasi e antistasi”.
Forse
Caden muore, e il resto dei film rappresenta un residuo, o ciò che
rimane
intrappolato nella sua mente in un ipotetico momento che succede alla
morte ma
precede il completo abbandono del mondo dei vivi.
Qualunque
sia la sua
situazione biologica inizia a frequentare prima Hazel e poi Claire, con
cui
avrà anche una figlia di nome Ariel, ma non riesce a consolarsi ed è
come se la
sua vita rimanesse cristallizzata al momento dell’abbandono: come se il
tempo
per lui non passasse più.
Poiché
risulta comunque
un bravo regista teatrale vince un premio in denaro e lo impiega
acquistando un
magazzino-teatro, dove fa costruire la copia esatta della via in cui si
trova
la costruzione stessa. Vengono replicati in scala tutti gli edifici, i
palazzi
con i relativi appartamenti e il magazzino-teatro stesso.
Ogni
appartamento è rappresentato
da un piccolo set teatrale in cui gli attori interpretano
ininterrottamente i
ruoli dei personaggi reali che costellano la vita di Caden e di Caden
stesso. Di
notte Caden scrive migliaia di bigliettini in cui spiega ciò che dovrà
avvenire
nella vita di ogni personaggio che sarà interpretato il giorno seguente
da ogni
attore che lavora per lui.
Come
una matrioska
all’interno del magazzino-teatro riprodotto viene costruita anche la
copia del magazzino-teatro
stesso, contenente la riproduzione fedele della stessa via di New York,
e così
via. Una pièce teatrale massiva, come la chiama Caden, in cui si
assiste in
modo continuativo alla rappresentazione di momenti della vita del
protagonista.
Gli
avvenimenti si
svolgono proprio come in alcuni precedenti film scritti da Kaufman: in
piccoli siparietti
che ritraggono episodi di vita quotidiana, tristi o allegri, importanti
o
insignificanti che siano.
Anche
qui la realtà e la
finzione si confondono: ogni personaggio del film ha il suo doppio
nella pièce
teatrale massiva: Hazel viene interpretata da Tammy, Caden viene
interpretato
da Sammy il quale, a forza di interpretarlo, diventa la sua ombra, lo
segue
dappertutto, anche fuori dal teatro, e si innamora persino di della
stessa
donna di cui è innamorato lui: la vera Hazel. L’attore subisce una tale
immedesimazione
nel suo personaggio che finisce per uccidersi a causa dell’amore non
corrisposto per Hazel, mentre Caden arrabbiato gli urla: “Io
non mi sono buttato!
Alzati!”.
Man
mano che il film
procede il protagonista non solo perde la cognizione del tempo (pensa
che la
figlia Olive abbia ancora quattro anni mentre ne ha oramai più di
undici) ma
perde anche il senso della realtà: per esempio parla di Olive come
della sua
“vera” figlia, come se la figlia avuta con Claire fosse stata concepita
solo
nella finzione dell’opera teatrale.
Alla
fine, troppo vecchio
e malato per continuare la regia della pièce teatrale massiva, viene
dapprima interpretato
poi sostituito da un’attrice, Millicent, che dopo un po’ inizia a
dirigere
tutti al posto suo.
Caden,
dal canto suo, inizia
ad interpretare la donna delle pulizie di Adele, Ellen, precedentemente
interpretata dalla stessa Millicent, e da quel momento ogni azione
della sua
vita gli viene suggerita tramite un auricolare da quest’ultima, fino
all’ultima
battuta del film, in cui Millicent gli dà l’ultimo ordine:
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