Camicia da
notte, testa di coniglio nella borsetta, gli oggetti sulle mensole
nell'ultima scena, le crepe sui muri, la crepa in strada che fa pensare
che lei potrebbe non essere mai uscita.
Immedesimazione
nella protagonista:
Impossibile
Elementi
che generano inquietudine:
La follia
crescente del protagonista, la civetta, la solitudine, la pazzia
degenerativa cronicizzante, la musica, i dialoghi, gli ampi spazi
vuoti, la mancanza di suoni, il ticchettio, le galline, lo starnazzare,
il disordine, i passi che risuonano, gli occhi di Pleasence, l'elemento
"reale" che declina nella follia
Categorizzazione
del film:
Molto
difficile: Grottesco, comico, tragico, noir, thriller
Elementi
che generano inquietudine:
Il
ticchettio, l'uomo che trapana la porta, la casa, i personaggi, spazi
chiusi, musica, fotografia sempre meno nitida
La
musica:
Azzeccata,
rende le scene inquietanti, a volte la musica si confonde con i rumori
creando inquietudine, stesso tema ripetuto con diversi strumenti e
colori
Elementi
che generano inquietudine:
Nessuno,
sembra un film comico, la corona insanguinata, i continui cambiamenti
metereologici
Cosa
è piaciuto:
Le
riflessioni
dei personaggi, le streghe, il modo grezzo di mangiare dei personaggi
Elementi
che generano inquietudine:
Simon Choule
in ospedale, Trelkowski che porta il pattume giù dalle scale, le
persone che vede dalla finestra, il susseguirsi di situazioni assurde
(es: schiaffo al bambino che ha perso la barca), Trelkowski che si
veste da donna e che si immagina di venire strangolato, la casa, i
vicini, il padrone di casa, la follia incomprensibile del protagonista,
il dente, l'appartamento che diventa sempre più lungo e Trelkowski che
diventa sempre più piccolo fino a diventare più basso di una sedia, la
"mummia" che si toglie le bende nel bagno.
E'
una commedia?
Potrebbe
sembrare di no, ma trovo che in questo thriller ci sia un umorismo
tragico e folle, bellissima la scena finale. Sono assolutamente
d'accordo sull'umorismo, definirei il film "commedia noir". Dipende
come lo si vuole interpretare, il lato comico c'è ma prevale la
crescente follia. Direi proprio di sì, il film non è certamente una
commedia, gli spunti comici sono distribuiti qui e là ma non servono a
stemperare il clima inquieto. Il film trasmette angoscia e fa pensare.
Secondo me il film è tragicomico, riesce a mettere inquietudine e far
ridere allo stesso tempo.
Elementi
che generano inquietudine:
Alcuni
personaggi: la cameriera giapponese, i guardiani all'ingresso della
villa, la musica, sempre molto coinvolgente, il passamano del
bigliettino, la macchina abbandonata sul traghetto, le ciabatte sotto
il letto, la musica ispirata al minimalismo che ben si sposa con il
"non luogo" incui si svolge il film.
Il
finale è troppo veloce?
Polanski
spesso, come ne La morte
e la fanciulla, chiude il finale velocemente. Lo fa anche
in questo
film, ma qui risulta più naturale. Bella la fine con l'uccisione fuori
campo, belli i fogli che volano.
Elementi
che generano inquietudine:
La violenza
nei gesti, l’aggressività dei genitori del teppista, i tulipani, la
scena finale con il criceto, la torta, la dipendenza (cellulare,
coppia, alcol, pulizia), il finto buonismo iniziale, le persone a
contatto nella stanza
In
quali particolari viene evidenziata la precisione microscopica di
Polanski?
Nella
gestione dello spazio; nei libri d’arte, nel cellulare che vibra e si
sposta sotto il fiore; Jodie Foster nello specchio; tutto; corridoio;
Penelope che riordina la camera; il criceto finale: lui è fuori dalla
gabbia; nelle zone ascensore e bagno; le inquadrature in primo piano di
Jodie Foster mentre piange e diventa isterica.
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scaricare il volantino fare
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nome..."
Calendario
Titolo
Anno
Data
Incontro
Repulsion
1965
29 ottobre 2015
Cul de sac
1966
12 novembre 2015
Rosemary's baby
1968
26 novembre 2015
Macbeth
1971
17 dicembre 2015
L'inquilino del terzo piano
1976
14 gennaio 2016
La morte e la fanciulla
1994
11 febbraio 2016
L'uomo nell'ombra
2010
3 marzo 2016
Carnage
2011
17 marzo 2016
Tutti
gli eventi si
terranno alle ore 21.00 al Polski kot,
in via Massena,
19 a Torino.
Polanski scrive
Repulsion insieme a Gérard Brach, con cui
stava lavorando a Cul de
Sac. Per trovare
finanziamenti per quest’ultima pellicola il regista aveva già
contattato la
Paramount Pictures e la British Lion Films, ma nessuna delle due aveva
accettato.
I due autori
vengono a sapere che la Compton Pictures,
società che produce film pornografici, sta cercando un horror da
produrre.
Scrivono velocemente la sceneggiatura di Repulsion
e la Compton acconsente a stanziare il contenuto budget di65.000 sterline.
Se si chiede al
regista perché ha girato questo film,
risponde di averlo fatto perché aveva bisogno di soldi e aggiunge che
il
risultato non è stato per lui soddisfacente a causa della mancanza di
soldi e
tempo.
In realtà è
evidentemente troppo modesto nel giudizio,
perché nel film sono già perfettamente riscontrabili le numerose
qualità
positive del regista, come la sua capacità impareggiabile di generare
suspense
e inquietudine, il suo fiuto nello scoprire attrici che diventeranno
dive e la
sua maestria nel girare film con pochissimi personaggi, in cui tutto si
basa
sui rapporti di forza tra di essi.
Qui il personaggio
per la maggior parte del tempo è solo uno
e il film si regge sulla sua relazione con le proprie fobie e i propri
incubi.
Relazione che va progressivamente degenerando fino a sfociare nella
pura
follia. L’interprete di questa figura controversa è una giovanissimae sconosciutaCatherine Deneuve che dà prova di un
talento formidabile.
Ne Il coltello nell’acqua
i personaggi erano tre e tutta l’azione si svolgeva su una barca senza
che si
scorgessero altre persone. In Repulsion
la maggior parte del film si svolge in un appartamento e il personaggio
è quasi
sempre solo alle prese con la propria follia. In Cul de sac il luogo
in cui si svolge l’azione è
il castello di Lindisfarne, sulla costa est dell’Inghilterra: quando la
marea è
alta è completamente circondato dal mare. Qui pare che Walter Scott
abbia
scritto Rob Roy.
Anche in questa
pellicola i personaggi per la maggior parte
del tempo sono pochi e isolati dal mondo, e anche qui come nel suo
primo
lungometraggio Polanski gioca con un rapporto a tre. Lo stesso si
ripeterà nel
1994 con La morte e la fanciulla.
Il titolo in
Germania è stato tradotto con Wenn
Katelbach kommt (Quando arriva Katelbach),
che potrebbe suggerire
qualche analogia con Aspettando Godot di
Beckett. In effetti, così come nel
corto Il grasso e il magro, anche in questo film uno spettatore attento
potrebbe trovare diverse analogie con i temi e l’estetica Beckettiani.
Gli
stessi personaggi, caratterizzati in modo grottesco come accade nel
caso del
gangster interpretato da Lionel Stander, sembrano usciti da una qualche
opera
teatrale dell’autore irlandese.
I temi ricorrenti
del cinema di Polanski ci sono tutti in
questo film che è forse uno dei più Polanskiani. Il regista, infatti,
lo
considera il suo migliore, quello in cui è riuscito ad esprimersi in
modo più
indipendente.
La musica di
Krzysztof Komeda, così come ne Il
coltello nell’acqua, è uno degli elementi più
importanti. Il film
vince l’Orso d’oro a Berlino.
Uno dei personaggi
principali di questa pellicola è il palazzo in
cui si svolge l’azione, The
Bramford,
nome di finzione che il regista dà all’edificio ”Dakota” a New
York, una costruzione
storica che ospitava e ospita tuttora l’alta società dell'Upper West
Side, e nella quale hanno abitato numerosissime persone famose e molte
altrettanto illustri avrebbero voluto abitare. In esso anni dopo
vivrà John
Lennon, e davanti al suo
ingresso principale verrà ucciso nel 1980.
Guy e Rosemary
Woodhouse, i protagonisti del film, decidono
di affittarvi un appartamento. Il palazzo è abitato da persone
molto anziane, e cose poco chiare, per non dire diaboliche, vi sono
accadute in passato.
La curiosità
riguardo alle storie passate accadute nella
propria casa ritorna in vari film di Polanski, diventando il soggetto
ne L’inquilino del terzo
piano. Come anche in Rosemary’s
Baby, sembra quasi che i
protagonisti, colpevoli soltanto di abitare in un determinato
appartamento o di
dormire in una certa stanza, siano destinati ad avere lo stesso tragico
destino
di chi vi viveva prima di loro.
Rosemary’s baby
è
considerato uno dei film più spaventosi della storia del cinema,
effetto dato
da una prima parte girata in modo molto realistico.
È inquietante il fatto che pochi mesi dopo l'uscita della pellicola il
regista perderà, per mano della setta di Charles Manson, la moglie
incinta di otto mesi.
Adattamento
rabbioso, sanguinario e violento della tragedia
di William Shakespeare, girato da Polanski dopo il drammatico omicidio
della
moglie incinta di otto mesi da parte della setta di Charles Manson. La
scrittura della sceneggiatura avviene in collaborazione con il grande
critico
teatrale e drammaturgo Kenneth Tynan, creando una delle più autentiche
versioni
cinematografiche della tragedia.
Le riprese sono
state effettuate per la maggior parte in
Galles, anche se in alcune si riconoscono i luoghi di Cul de sac
nell’isola di Lindisfarne.
L’atmosfera, supportata da una fotografia ricca di rossi intensi, è
tetra e
inquietante ma perfetta; i soliloqui sono stati trasformati in voci
fuori
campo, che spesso vengono montate sui volti degli stessi personaggi che
tacciono, permettendo allo spettatore di entrare nei pensieri dei
personaggi in
modo stranamente realistico.
Una scelta davvero
interessante è l’attenzione rivolta dal
regista e dal co-sceneggiatore alla figura di Ross: infatti, pur non
aggiungendo
a questo personaggio secondario alcuna battuta che non fosse presente
nel testo
originale, i due autori riescono con pochi tocchi a trasformarlo da
innocuo e
insignificante in perfido, abile negli intrighi, complice di Macbeth
nell’omicidio di Duncan e successivamente traditore.
Il suono è composto
da silenzi innaturali e dilatati e
alternati a suoni amplificati, un po’ come accadeva in Repulsion. La
musica è
composta dai brani di un album del 1972 dal titolo Music from Macbeth,
composto
da una band progressive rock che si chiama Third Ear Band.
Per la terza volta
Polanski dirige un film su un appartamento
stregato o dotato di poteri malefici: I due precedenti erano Repulsion e Rosemary’s
baby. Il primo ha in comune con L’inquilino
del terzo piano la degenerazione progressiva del
protagonista verso la
follia, il secondo la presenza di vicini sadici e maligni.
Le immagini,
grottesche, sono accompagnate da un sonoro
insolito e inquietante: il suono predominante è quello di uno strumento
rarissimo che si chiama armonica di vetro, mentre l’entrata in scena
del
protagonista, l’immigrato polacco Trelkowski, viene accompagnata dalle
note
stentate di un pianoforte stonato che mette i brividi. Questo incipit
ricorda
quello di Pętla,
Il
cappio, del regista polacco Wojciech Jerzy
Has del 1957, sul cui sfondo si ascolta un violino che ripete senza
sosta le
stesse note stonate. Ricordano Pętla
anche la circolarità della storia e l’atmosfera surreale e inquietante.
Lo spunto
letterario è il romanzo Le
Locataire chimérique di Roland Topor,
adattato da Gérard Brach e dallo stesso Polanski che vediamo anche
recitare nei
panni del protagonista in uno dei suoi ruoli più interessanti. Nel cast
vi è
anche una bambina interpretata da Eva Ionesco, figlia della fotografa
Irina
Ionesco e, a 11 anni, modella più giovane mai apparsa su Playboy.
In Monsieur Klein di
Joseph Losey, il protagonista scopre durante il nazismo di avere un
omonimo
ebreo e ne viene a tal punto sconvolto da decidere di salire sul treno
dei
deportati in partenza. Questo impulso di immedesimazione
autodistruttiva è davvero simile a quello di
Trelkowski. Cosa curiosa,
questi due film, ugualmente geniali, sono dello stesso anno ed entrambi
girati a Parigi.
Il motivo de “la
morte e la fanciulla” veniva utilizzato
spesso dagli artisti rinascimentali, in particolareinpittura e in musica. Franz Schubert lo
riprende per ben due volte: prima
in una canzone del 1817 e poi in un quartetto per archi del 1824. In
pittura
viene scelto anche da artisti come Egon Schiele e Edvard Munch.
Nelle mani di
Vladimiro Ariel Dorfman, saggista, drammaturgo
e attivista di sinistra nato aBuenosAjres e trasferitosi in
Cile nel ’54, diventa un dramma teatrale. Consulente artistico di
Salvador
Allende, Dorfman emigra a fronte del golpe di Pinochet e da esule si
dedica
anima e corpo alla lotta per i diritti umani. Nel 1990 scrive La morte
e la
fanciulla, sui maltrattamenti inflitti in carcere ai prigionieri
politici durante
il regime di Pinochet.
Nel suo adattamento
cinematografico Polanski annulla
completamente il carattere politico dell’opera, eliminando qualunque
riferimento a luoghi o tempi definiti e rendendolo più simile ad una
riflessione universale sulla violenza e sul tema della vendetta.
Il film è girato
come un thriller con qualche tocco di
horror e si regge esclusivamente sui dialoghi e sulla tensione tra i
personaggi, mentre il pubblico continua a chiedersi quale sia la verità
e cosa
eticamente sarebbe giusto o sbagliato fare nei panni dei personaggi.
Grande
importanza ha anche la musica di Wojciech Kilar, che al quartetto di
Schubert
aggiunge tretemi:
Paulina’s Theme,
Confession eRoberto’s
Last Chance.
Come in Cul de sac il
film si svolge su un’isola in cui il protagonista siritrova preso inostaggio, anche se questa volta la
location
non è l’isola di Lindisfarne ma quella di Sylt in Germania.
Come ne L’inquilino del terzo
piano il protagonista si trova ad occupare la stanza di
qualcuno che è
appena morto di morte violenta, e ad essere progressivamente spinto
dalle
circostanze e dalle persone che lo circondano a ripercorrere i passi
del suo
sfortunato predecessore.
Un film quasi
profetico, considerato che appena terminate le
riprese Polanski viene arrestato in Svizzera e si trova a doverlo
montare nel
suo chalet, “preso in ostaggio” agli arresti domiciliari.
Di nuovo emerge il
talento del regista per il thriller sullo
sfondo del mare tempestoso e delle spiagge ventose di Martha's Vineyard
in
Massachusetts, che nella realtà appartengono, appunto, all’isola di
Sylt.
Si tratta questa
volta di un thriller a sfondo politico
incentrato sulla figura di Alan Lang, personaggio che rimanda in
qualche modo a
Tony Blair e alla sua politica antiterrorismo. Interpretato
magistralmente da
Pierce Brosnan, Lang assume un “ghost writer”, vero protagonista del
film, a
sostituire il precedente che è appena scomparso in circostanze
misteriose.
Il “ghost writer”,
che nella pellicola rimane senza nome, è
un bravissimo Ewan McGregor, mentre la sceneggiatura è scritta in
collaborazione con Robert Harris, autore del romanzo stesso su cui è
basato il film, The
ghost
writerdel 2010.
Di nuovo un film
con pochissimi personaggi e girato nello
spazio limitatissimo di un appartamento, basato esclusivamente sui
dialoghi e
sulla tensione tra i personaggi. Se è vero che quando si guarda un film
di
Polanski sembra di essere a teatro, in Carnage
questa sensazione è ancora più forte.
Non a caso,
infatti, la pellicola è basata proprio su
un’opera teatrale, dal titolo Il
dio del
massacro, della drammaturga e scrittrice francese Yasmina
Reza.
Quest’ultima collabora anche con il regista per la stesura della
sceneggiatura.
Un po’ come
accadeva ne L’uomo
nell’ombra nelle scene iniziale e finale girate a Londra,
due sequenze
in esterno fanno da cornice al film. Sono scene mute riprese con un
campo
lunghissimo in cui si scorgono i figli delle due coppie antagoniste,
oggetto
della discussione e protagonisti assenti del film. Uno di essi è
interpretato
dal figlio adolescente dello stesso regista.
In questo caso
Polanski abbandona la combinazione a lui così
cara del gioco a tre personaggi, che abbiamo già visto ne Il coltello nell’acqua,
La
morte e la fanciulla e Cul
de sac, e tenta la mossa vincente di
provare un gioco a quattro, che gli permette forse una maggiore libertà
nel
creare diverse combinazioni di alleanze e rivalità.
Gli attori sono
insuperabili: una straordinaria Kate
Winslet, una tesa e rabbiosa Jodie Foster, un apparentemente pacifico
John C.
Reilly e infine un ironico, cinico e a volte odioso Christoph Waltz,
che un
paio d’anni prima di questo film, dopo
la sua lunga carriera di attore in
Germania, viene scoperto e
"reso universale" dal grande Tarantino nel personaggio poliglotta,
comico, crudele e imprevedibile di Hans Landa.